Il leader della Lega, Matteo Salvini, durante l’incontro con il Primo Ministro Mario Draghi del 16 maggio ha espresso il proprio diniego circa un ulteriore invio di armi in Ucraina. “Il dialogo non si prepara con l’invio di altre armi - dichiara il leader della Lega - ulteriori invii di armi non penso siano la soluzione giusta“. La maggioranza intanto si spacca sul tema armi proprio perché divisa tra frange che approvano gli aiuti militari in Ucraina e chi - come Lega e 5 stelle - vorrebbe evitare l'invio di armi.

Il governo si divide sull'invio delle armi

La vicenda relativa all’invio di armi in Ucraina - a partire dall'1 marzo - aveva inizialmente raccolto un numero altissimo di consensi, con 520 voti alla Camera e 244 al Senato. Con il decorrere del tempo sono emersi numerosi dissensi, anche dai partiti di maggioranza. Da una parte M5S e Lega chiedono di sospendere l’invio di armi in Ucraina, dall’altra il PD ritiene che senza un sostegno militare ed economico l’Ucraina sarebbe spacciata. Enrico Letta, segretario dei Dem, scandisce la posizione del partito: "Siamo a un bivio drammatico della storia contemporanea: dilemmi su vita e morte, libertà e oppressione, democrazia e autoritarismo". Per il partito c'è "sostegno massimo alla linea Draghi-Guerini-Di Maio.

Legittimo l'esercizio del dubbio".

Il Governo punta ad un incremento del 2% delle spese belliche entro il 2024 ma Giuseppe Conte, leader del movimento pentastellato, dissentiva: “Se si tratta di discutere un nuovo indirizzo faremo valere la nostra presenza”. Il compromesso è arrivato con un accordo che prevede un aumento del 2%, come pattuito inizialmente, ma diluito fino al 2028.

“No alle armi offensive” - ha dichiarato quindi Conte - opponendosi ad aiuti militari che possano eccedere il diritto alla legittima difesa, previsto dall’art. 51 della Carta Onu.

“L’Italia deve essere protagonista del cessate il fuoco - ha dichiarato Matteo Salvini - troviamoci per parlare di pace non solo di armi”.

Salvini: “Il dialogo non si prepara con l’invio di altre armi”

“Mandare aiuti economici e militari all’Ucraina inizialmente era giusto ma il dialogo non si prepara con l’invio di altre armi”. Lo dichiara il leader della Lega, Matteo Salvini, reduce dall’incontro con il Primo Ministro Mario Draghi. Il colloquio - si evince da una nota - ha avuto ad oggetto il recente incontro tra Il Presidente americano Biden e il premier Draghi, circa l’attuale situazione in Ucraina, durante il quale è stato riaffermato l’impegno dell’Italia per ristabilire la pace, mediante l’imposizione di sanzioni alla Russia.

Durante la seconda votazione, circa il 68% degli assenti apparteneva al gruppo Lega, secondo quanto riportano i tabulati di Montecitorio.

“Non è colpa mia - dichiara Matteo Salvini - se sono da Draghi riesco difficilmente a seguire i lavori della Camera”.

Berlusconi: “Non ci sono leader per trattare con Putin”

Il fondatore di Forza Italia, Silvio Berlusconi, dopo un mese e mezzo di silenzio torna a parlare dell’invasione russa in Ucraina durante un comizio a Treviglio, lamentando l’assenza di leader in grado di trattare con Putin. L’unico leader in grado di portare il Presidente russo al tavolo delle trattative - chiarisce Berlusconi - “gli ha dato del criminale di guerra e ha detto che doveva andare via dal governo russo”. Le parole di Berlusconi sono un palese riferimento a quanto affermato dal Presidente americano Biden, lo scorso 26 marzo a Varsavia, quando ha dichiarato che “la Russia vuole strangolare la democrazia”, definendo Vladimir Putin un “dittatore” che non può rimanere al potere.

“Putin è lontano dal sedersi al tavolo. Bisogna pensare a qualcosa di eccezionale per far smettere a Putin la guerra”, ha detto Berlusconi. A detta dell'ex premier il ruolo dell’Italia nel conflitto sembra non essere affatto marginale: “Siamo in guerra anche noi perché gli mandiamo le armi”.

L’ultima dichiarazione dell’imprenditore di Fininvest sulla questione, risaliva ad un mese e mezzo fa, quando Berlusconi ha espresso il proprio rammarico circa il comportamento di Putin in Ucraina: “Si è assunto una gravissima responsabilità di fronte al mondo intero”.

Maria Teresa Bellucci: “Maggioranza di Governo superficiale su un provvedimento delicato come il dl Ucraina”

Nella giornata del 16 maggio, la maggioranza di cui gode il Governo Draghi non è riuscita a garantire per tre volte il numero legale, ovvero la presenza di metà dei deputati più uno, causando lo slittamento della discussione del testo a martedì mattina.

“O la maggioranza è troppo distratta - dichiara Giorgia Meloni - o qualcuno sta dando dei segnali”.

“Sia nelle forze di maggioranza che in quelle di opposizione è emerso un senso di forte rammarico per il fatto che il testo sia arrivato ‘blindato’ e che verrà posta la questione di fiducia. Il rammarico nasce dalla consapevolezza che i deputati non abbiano potuto esprimersi ed esercitare al meglio il loro ruolo”, dichiara Nunzio Angiola, deputato di Azione.

“La maggioranza di Governo si è dimostrata superficiale su un provvedimento delicato come il dl Ucraina”, ha dichiarato Maria Teresa Bellucci, deputato e capogruppo di Fratelli D’Italia.