Il presidente del consiglio italiano Mario Draghi, nei giorni scorsi ha effettuato una visita nella capitale turca Ankara, nell'occasione ha dichiarato di sostenere lo sforzo di mediazione nel conflitto ucraino del presidente Recep Tayyip Erdogan.
L’incontro tra i leader dei due paesi è avvenuto durante un summit intergovernativo, a distanza di 10 anni dall’ultimo incontro bilaterale che aveva visto fianco a fianco Italia e Turchia (a Roma nel 2012). Durante il summit i rispettivi presidenti e vari ministri che formano l’esecutivo, hanno avuto modo di confrontarsi sulla crisi libica e siriana, sul colpo di stato in Turchia e infine sull’invasione russa in Ucraina.
Durante il colloquio è emersa la volontà della Turchia di avvicinarsi all’UE, presentando la propria candidatura. Il Presidente turco ha ringraziato Draghi per il sostegno mostrato nell’avvicinamento di Ankara a Bruxelles.
"Il vertice indica la volontà comune di rafforzare la collaborazione: Italia e Turchia sono partner, amici e alleati", ha sottolineato Draghi.
Interscambio economico da 25 miliardi di dollari
L’incontro di Ankara ha portato alla stipula di nove accordi bilaterali. Il fine ultimo, ha fatto sapere il presidente Erdogan, è quello di arrivare a un interscambio economico tra i due paesi di 25 miliardi di dollari.
I due leader condividono un fronte comune per quanto riguarda la guerra in Ucraina e la risoluzione della crisi del grano.
A tal proposito è stato concordato l’obiettivo di sbloccare i porti sul Mar Nero per scongiurare una crisi alimentare.
Un altro tema particolarmente dibattuto durante il vertice bilaterale è stato quello delle pressioni migratorie. Il Presidente Draghi ha chiarito che la gestione dei flussi migratori dev’essere “umana, equa ed efficace”.
“Il problema è stato portato in Europa - fa sapere il Ministro Lamorgese - siamo il paese meno discriminante e aperto, ma anche noi abbiamo limiti e ora ci siamo arrivati”. La titolare del Viminale si è detta pronta alla stipula di un accordo con Ankara, per ridurre i flussi migratori illegali sulla parte orientale del Mar Mediterraneo.
Per quanto riguarda le armi, il Ministro della Difesa Guerini, ha siglato con il suo omologo in Turchia, un protocollo che vincola i due paesi alla segretezza sulle informazioni dell’industria bellica. Italia e Turchia stanno studiando un modo per assicurare il copyright militare ed evitare che le tecnologie vengano copiate da altri paesi e rivendute a prezzi più bassi.