Da ormai quattro giorni la Lituania ha deciso di bloccare il trasferimento nell'exclave russa di Kaliningrad via ferrovia di vari beni sottoposti alle sanzioni europee: in particolare le autorità di Vilnius vietano l'importazione e l'esportazione di metalli, materiali da costruzione, carbone e apparati tecnologici. Secondo le indiscrezioni, metà dei treni merci diretti a Kaliningrad sarebbero stati fermati in questi giorni.

Che i rapporti diplomatici tra la Russia e gli Stati baltici non siano idilliaci è cosa risaputa già dagli anni '90. Estonia, Lettonia e Lituania sono tre piccole repubbliche che si affacciano sul Mar Baltico, stati appartenenti alla disciolta Unione Sovietica e resisi indipendenti tra il 1991 e il 1992.

La prima ad aver completato il processo è stata proprio la Lituania, che già l'11 marzo 1990 batteva bandiera propria.

Il blocco della Lituania, no al transito di merci 'sanzionate' dirette dalla Russia e Kaliningrad

Già da venerdì scorso, il governo della Lituania aveva impedito a diversi treni merci diretti a Kaliningrad di attraversare il territorio lituano. Le merci in questione riguardano tutto ciò che rientra nelle sanzioni imposte dall'Unione Europea alla Russia, di cui ovviamente la Lituania è sostenitore. La reazione del Cremlino non si è fatta attendere, si parla di "atto illegale che è davvero molto grave e richiede un'analisi approfondita per preparare una risposta", come dichiarato dal portavoce di Vladimir Putin, ossia Dmitri Peskov.

Nonostante la possibile reazione del governo di Mosca, e dopo le parole di Peskov, il ministro degli esteri lituano ribadisce su Twitter la linea decisa del governo baltico: "La Russia vuole mostrare quale livello di pressione può esercitare sull'Europa. Questo è il momento di testimoniare la nostra determinazione", queste le parole di Gabrielius Ladsbergis.

Le vicende di Kaliningrad, exclave russa incastrata tra i territori di Lituania e Polonia

La seconda guerra mondiale prima e la dissoluzione dell'URSS poi hanno lasciato strascichi e modificato ampiamente la cartina geografica e politica dell'Europa Orientale e Nord-Orientale. Diversi paesi autonomi si sono formati successivamente alla caduta del muro di Berlino e dell'intervento storico di Michail Gorbaciov.

Nel territorio europeo è rimasto però un "pezzo" di Russia: si tratta della città e del circondario di Kaliningrad, punto strategico per Mosca che si affaccia nel Mar Baltico e circondato dalla Lituania e Nord e a Est, e dalla Polonia a Sud. Sede dell'imponente flotta russa del Baltico, negli scorsi mesi sono giunti a Kaliningrad diversi stormi di caccia, missili a lunga gittata e nuove navi per incrementare la flotta.

Il governatore della piccola exclave non ci sta: 'Adotteremo delle misure di ritorsione'

Discorso duro e provocatorio quello di Anton Alikhanov, governatore della regione di Kaliningrad. Il numero uno della piccola exclave russa ha ribadito come con il blocco imposto dalle ferrovie lituane non si rispettino gli accordi sanciti nel momento dell'ingresso della Lituania nell'Unione Europea, nel 2004.

Secondo Alikhanov, nell'adesione del paese baltico all'UE si è chiarita la garanzia della libera circolazione di merci, prodotti ed energia dalla Federazione Russa verso Kaliningrad, senza che intervengano dazi o altre componenti restrittive e/o onerose.

Nel frattempo è iniziata la propaganda anti-baltica nei media statali russi, che da giorni sottolineano l'importanza di aprire un "corridoio" tra la Madrepatria e la regione exclave, ribandendo inoltre l'illegalità dell'azione lituana a che alle spalle vi sarebbero gli Stati Uniti e la NATO.

Secondo Lituania e Unione Europea si starebbero solo applicando le sanzioni decise ormai da diverse settimane.