Con poche parole affidate ai social media, la premier Giorgia Meloni è intervenuta dopo l'attacco statunitense ai siti nucleari in Iran. La linea del governo è chiara e non cambia neanche dopo l'aperto coinvolgimento degli Stati Uniti: analisi attenta della situazione, massima vigilanza, impegno per la "de-escalation" con il conseguente ritorno ai "negoziati" tra le parti che in questo momento appaiono molto difficili. Intanto sullo stesso argomento è intervenuto anche l'ex premier Giuseppe Conte.

La posizione del governo

"L’Italia continuerà a impegnarsi per portare al tavolo negoziale le parti".

Queste parole di Giorgia Meloni sono emblematiche e rappresentano l'attuale linea del governo italiano dopo l'attacco Usa alle basi in Iran che rischia di portare ad un'ulteriore escalation il conflitto che coinvolge anche Israele.

In mattinata, la premier ha convocato d'urgenza i ministri più direttamente coinvolti dagli effetti dell'attacco statunitense in Iran come Antonio Tajani degli Esteri e Guido Crosetto della Difesa. Poi ha avuto colloqui con il premier britannico Keir Starmer e il cancelliere tedesco Friedrich Merz. A rompere il silenzio è stato invece il ministro Tajani, il quale ha rassicurato che il governo è pronto anche a un "peggioramento della situazione".

Il ministro della Difesa Guido Crosetto, dopo aver descritto la situazione esistente con l'apertura di una "crisi molto più grande", ha informato che l'Italia ha già iniziato a implementare misure di protezione per garantire la sicurezza dei contingenti militari italiani.

Nel frattempo, il livello di allerta per i luoghi sensibili e gli eventi a rischio in tutta Italia è stato portato al massimo. Particolare attenzione è rivolta alle basi americane che sono presenti sul territorio italiano.

L'attacco di Conte

La crisi in Iran resta al centro dell'attenzione politica. Dure le parole dell'ex presidente del Consiglio e attuale leader del M5s Giuseppe Conte. Ha definito l'attacco americano in Iran come un "atto grave e pericoloso che può avere conseguenze catastrofiche", verso una guerra i cui esiti possono essere "incalcolabili". Conte denuncia la strategia di Trump, che ricalca quella del premier israeliano Netanyahu, ossia di voler raggiungere la pace per mezzo della forza.

L'ex premier ha insistito affermando che la strategia di Trump calpesta il diritto internazionale e abbandonando in questo modo la diplomazia rischia di generare una corsa al riarmo anche da parte di altri stati autocratici. In questo modo si rischia di tornare alla "legge del più forte". Poi sferra un duro attacco alla premier Meloni.

"Metterà ancora una volta la testa sotto la sabbia esprimendo ‘forte preoccupazione‘?" domanda Conte in modo provocatorio. "Noi crediamo e ribadiamo che più armi e più guerre non siano una via per la pace".