"La mafia fuori dallo Stato". Un appello deciso quello dei cittadini romani riuniti giovedì 3 settembre per la manifestazione "ANTImafia Capitale", organizzata dal Partito Democratico nella piazza antistante la Chiesa di Don Bosco.
A più di 10 giorni dallo sfarzoso funerale di Vittorio Casamonica, uno dei boss più temibili della mafia romana, i cittadini si sono mobilitati al Quadraro in difesa della legalità e per dire "no" alla corruzione. Presenti alla manifestazione i Presidenti di tutti i municipi capitolini assieme ai dirigenti e vari esponenti Pd,Confcommercio e Federalberghi, la lista Marchini, il Gay Center, perfino Cal e l’Upi,la Comunità di Sant'Egidio, i sindacati Cgil, Cisl e Uil, i Comuni di Fiumicino, Sacrofano e l'Anpi, tutti riuniti in un'unica piazza fra polemiche e striscioni.
Non a caso, i manifestanti hanno innalzato la gigantografia di uno dei simboli ormai noti del "Mondo di mezzo": l'immagine dell'ex Sindaco di Roma Gianni Alemanno, dell'attuale Ministro del Lavoro Giuliano Poletti e di un membro dei Casamonica, tutti seduti allo stesso tavolo per brindare alle sorti di Roma. "Siete degl'ipocriti! Vi scandalizzate per uno striscione ma non di essere dei mafiosi", urlano i rappresentanti del movimento "Carovana delle Periferie", placati dalla polizia antisommossa.
"Non trovo moralmente corretto – sostiene una residente di via San Giovanni Bosco presente in piazza – il trattamento che il parroco ha riservato ai Casamonica. Mentre ha spalancato le porte della sua chiesa alla famiglia malavitosa, le ha chiuse per il funerale di Piergiorgio Welby: un controsenso di cui dovrebbe vergognarsi".
Alcuni abitanti poi, sono ormai esasperati, "stiamo spettacolarizzando dei personaggi che meriterebbero piuttosto di scomparire dalla scena pubblica, stiamo facendo il loro gioco", sostengono i dipendenti di un bar a pochi metri dalla piazza.
Attimi di tensione anche per l'arrivo del Primo Cittadino; scortato e sorvegliato dall'alto di un elicottero, Ignazio Marino ha raccolto abbracci, fiori ma anche tanti fischi e cori al suo seguito.
"Vergogna", "torna ai Caraibi", "non sei degno di questa città" sono solo alcune delle accuse rivolte al Sindaco di ritorno a Roma. I cori cambiano destinatario solo quando, in mezzo alla folla, si fa strada un anziano sostenitore dei Casamonica, brandendo un cartello con su scritto "Contro la mafia, non contro i Casamonica".
"Voglio che i Casamonica, che ho visto arrivare qui in piazza, sentano cos'ho da dire – ha urlato la giornalista Repubblica Federica Angeli, da anni sotto scorta per aver denunciato il braccio criminale del clan Spada su Ostia – durante un interrogatorio hanno minacciato me e la mia famiglia, Armando Spada mi ha guardata con la consapevolezza di essere, lui, il padrone di Ostia. Beh, questa piazza dimostra che la città è in mano alle persone per bene e che Roma non sarà mai loro!".
Un urlo coraggioso che scuote le coscienze ma che racconta purtroppo una drammatica verità: "la mafia a Roma c'è e dobbiamo prenderne atto, solo così potremmo veramente sconfiggerla", ha così dichiarato Matteo Orfini, Presidente del Partito Democratico a conclusione della manifestazione.