Sono stati resi noti i dati dello studio Sentieri (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento), finanziato per il terzo anno dal Ministero della Salute che, con il coordinamento dall'Istituto superiore di sanità sullo stato, ha monitorato la salute della popolazione residente in 18 delle 44 aree interessate da bonifiche.

I risultati sono lo specchio di una realtà ampiamente attesa, i cui numeri risultano ancora più impressionanti in quanto mostrano una crescita che pare inarrestabile anche di fronte alla denunce e alla consapevolezza della pericolosità delle aree analizzate

Il rischio di chi vive in prossimità di zone altamente inquinate, è stato tracciato analizzando anche i dati sui nuovi casi di tumori e sui ricoveri oncologici, contrariamente a quanto avveniva in passato, quando venivano presi in analisi solo i dati riguardanti la mortalità.

Tumori in aumento nelle aree analizzate

Le analisi hanno dato risultanze diverse a seconda delle zone, consentendo di provare una stretta correlazione tra l'incidenza della patologia e la specificità dell'inquinamento in quella zona.

Queste, da nord a sud, le aree prese in considerazione:

Bolzano,

Trento Nord,

Porto Marghera,

Laguna di Grado e Marano,

Trieste,

Brescia,

Polo di Mantova,

Cogoleto (per la Stoppani),

Fidenza,

Sassuolo e Scandiano,

Terni,

Litorale Domizio Flegreo e litorale Aversano (la cosiddetta Terra dei Fuochi)

Taranto,

Milazzo,

Gela,

Biancavilla e Priolo,

Porto Torres,

Sassari.

Particolarmente allarmanti i dati riguardanti l'incremento del tumore della tiroide che, nel periodo preso in esame, dal 1996 al 2005, hanno registrato incrementi anche superiori al 70 per cento nelle zone di Brescia e di Mantova.

In evidenza anche i dati relativi ai tumori del fegato nelle zone di Priolo (Siracusa) e nella Terra dei Fuochi, che vengono collegati ai fattori di rischio chimico esistenti in quelle zone.

Un capitolo a parte è dedicato al rischio "amianto" che, nonostante le campagne di bonifica, è presente in misura più grave di quanto si potesse immaginare, come rivelano i dati relativi all'incremento del mesotelioma in numerose zone, dalle aree portuali di Trieste, Venezia e Taranto, o le zone con forte presenza di industrie chimiche come Porto Marghera.

Il rischio per i bambini

Non manca l'analisi del rischio per i soggetti maggiormente sensibili: i bambini, per i quali è stato avviato un progetto denominato Sentieri kids.

L'Agenzia Europea per l'Ambiente, ha calcolato che oltre 5 milioni di bambini vivono in prossimità dei 44 siti italiani identificati come "da bonificare", dove si registra un'incidenza di mortalità infantile superiore del 4/5 per cento rispetto ad altre zone del paese.

Il quadro che emerge è quindi quello di un'emergenza inquinamento che, in mancanza di serie ed efficaci politiche di bonifica e prevenzione, rischia di trasformare l'Italia nel Paese dei fuochi.