Un gruppo di neuroscienziati dell'Università della California a Irvine, negli U.S.A., hanno dimostrato che i raggi cosmici, ai quali sarebbe sottoposto il cervello degli astronauti impegnati in un viaggio interplanetario tra la Terra e Marte, produrrebbero dei danni tali da compromettere le capacità cognitive degli astronauti e, dunque, le delicate manovre da svolgere durante la missione spaziale, sopratutto in caso di emergenza. Lo studio è stato pubblicato lo scorso mese su Science Advances.

L'esperimento

 I ricercatori californiani hanno spedito un gruppo di topi presso il NASA Space Radiation Laboratory di Long Island, a New York, specializzato in fisica nucleare e delle particelle.

In quella sede i topi sono stati irradiati con particelle ad alto contenuto energetico, per la precisione atomi di ossigeno e titanio ionizzati, le stesse dei raggi cosmici che bombardano gli astronauti durante permanenze prolungate nello spazio. I topi sono stati poi rispediti a Irvine, all'Università della California, e sottoposti a test cognitivi ed analisi del tessuto nervoso cerebrale.

I risultati dell'esperimento. "A distanza di sei settimane dall'esposizione alle particelle ionizzate-afferma Charles Limoli, coordinatore dello studio "abbiamo osservato deficit cognitivi che normalmente richiedono l'attività di circuiti della corteccia cerebrale e dell'ippocampo. Inoltre, abbiamo riscontrato che questi deficit cognitivi correlavano con anomalie a carico dei dendriti, ovvero le strutture di input ai neuroni, e delle sinapsi, ovvero delle connessioni grazie alle quali i neuroni comunicano tra di loro".

Le implicazioni dello studio. "I nostri risultati" conclude Charles Limoli "indicano che il cervello è particolarmente sensibile all'esposizione ai raggi cosmici. Inoltre, essi lasciano presupporre che questa spiccata suscettibilità del cervello alle radiazioni cosmiche potrebbe tradursi in anomalie delle strutture neuronali.

Queste ultime, predisporrebbero gli astronauti a deficit della memoria, dell'attenzione e dello stato di coscienza in momenti critici della missione, oppure potrebbero condurre a un deterioramento cognitivo a lungo termine".