Anoressia e bulimia: una vera e propria emergenza per gli effetti devastanti che hanno sulla salute e sulla vita di adolescenti e giovani adulti, soprattutto nell'ultimo ventennio. Si parla, dunque, di malattie complesse, determinate da condizioni di disagio psicologico, fisico ed emotivo. Secondo uno studio australiano, presentato dallo psicologo John Toussaint della Charles Sturt University, presso l’International Mental Health Conference, risulta che alla base di questi disturbi non ci sia (solo) un problema psicologico, ma anche del cattivo rapporto tra padre e figlia.

Bulimia e anoressia: chi colpiscono e cosa causano

Entrambe le malattie possono manifestarsi in persone di età diversa, sesso e provenienza sociale. Tuttavia, le più colpite sono le giovani donne di età compresa tra i 15 e i 25 anni.Quali sono gli effetti? Dal punto di vista fisico, la malnutrizione comporta danni intestinalipermanenti ai tessuti dell’apparato digerente, tra i quali, disidratazione, danneggiamento al sistema nervoso e osseo, seri danni cardiaci al fegato e ai reni. Essi comportano cioè il blocco della crescita, emorragie interne e ipotermia; dal punto di vista psicologico, invece, questi disordini alimentari comportano depressione, basso livello di autostima, difficoltà a mantenere relazioni sociali e familiari.

E, a quanto pare, sotto i riflettori soprattutto i rapporti padre e figlia. Toussaint sottolinea, infatti, come questi svolgano un ruolo importante nello sviluppo dell'autostimae della soddisfazione verso il proprio corpo. E, quindi, anche nello sviluppo di problemi di alimentazione patologici e depressione. Lo studioso ha ammesso, tuttavia, che i rapporti negativi fra padre e figlia non costituiscono la sola causa dei disturbi.

Lo studio

I risultati dello studio australiano attribuiscono, quindi, meno responsabilità alle madri, spesso indicate come prime cause dell’insorgenza di disturbi alimentari nelle figlie. I ricercatori hanno evidenziato che sarebbe la figura paterna eccessivamente intrusiva e protettiva a portare le ragazze al rifiuto assoluto di cibo con gravi problemi di denutrizione.

E, nei casi più estremi, condurre le ragazze alla morte per arresto cardiaco o suicidio. Il 42 per cento delle pazienti intervistate e con un'età compresa fra i 37 e i 55 anni ha un padre iperprotettivo, mentre il 36 per cento lo giudica "distante". Solo una su cinque ha un genitore che descrive !amorevole".

Come sconfiggere questi disordini alimentari? In Italia, per esempio, gli adolescenti che soffrono di anoressia e bulimia sono circa due milioni, molti dei quali rifiutano il cibo per “fame d’amore”. L’obiettivo è quello di portare il paziente, attraverso terapie mirate, ad adottare soluzioni di gestione dei propri stress emotivi che non siano dannose per la propria salute e a ristabilire un equilibrato comportamento alimentare.

Per questo è importante che i padri siano modelli di ruolo “body positive”, dando l’esempio con comportamenti e atteggiamenti corretti, concentrandosi sulla vita delle figlie e non sulla loro apparenza.

Se vuoi rimanere aggiornato su questo ed altri argomenti, clicca sul tastoSeguivicino al nome ad inizio articolo.