Il preoccupante calo delle vaccinazioni viene considerato dal Ministro della Salute Lorenzin una questione principale di Igiene Pubblica che di certo non viene aiutato dalla marea di notizie che trapelano sul web raccontando false problematiche riferite ai danni da vaccinazioni. Per quanto riguarda la sicurezza e la salute dei nascituri, prima del 1999 era obbligatorio sottoporsi al vaccino contro la polio, tetano, epatite B e difterite, oggi sotto un range sceso al 95%; invece sotto l'86% sono morbillo, rosolia, pertosse e parotite. Ciò comporta l'aumento progressivo ogni anno di oltre 50mila bambini esclusi dalle vaccinazioni, e a questi s'aggiungono i 10mila cui non viene rinnovato il richiamo.

Non è ancora emergenza sanitaria, riferisce il Ministro della Salute, ma il problema va tenuto sotto controllo perché si sta allargando in maniera preoccupante arrivando alla soglia di rischio. Questa soglia è quella in cui anche i vaccinati o chi non ha ancora compiuto il terzo mese d'età (periodo in cui può essere inoculato il vaccino) possono contrarre le malattie sopraelencate, rischiando di perdere la vita o di avere conseguenze importanti per la salute.

Quali le principali cause

Il Prof. Alberto Villani, 'vicepresidente della società italiana pediatri' comunica in essere una discordia tra Regioni sulla problematica delle vaccinazioni a cui non hanno più dato peso dopo l'esclusione dell'obbligatorietà, lasciando decidere ai genitori la scelta finale da effettuarsi sulla profilassi.

Così ha fatto il Veneto, rendendola una scelta completamente facoltativa, o la Val d'Aosta, dove le vaccinazioni sono arrivate quasi a quota zero. Ma tutto questo a chi può essere imputato? I pediatri devono orientare i genitori verso la vaccinazione dei figli spiegando i rischi ma sopratutto i vantaggi dell'immunizzazione da quelle malattie ritenute anche mortali.

Invece ritorna, con gravi conseguenze, una delle più invalidanti che sembrava essere scomparsa da decenni: la Poliomielite.In Russia dieci casi conclamati, due in Ucraina in Montenegro e in Albania. Questa malattia ebbe il suo fulgore tra gli anni '40 e '50 spezzando i sogni di centinaia di migliaia di bambini in tutto il mondo, uccidendoli o paralizzandoli per sempre.

(vedi foto del servizio tratte da un video prodotto dal regista Lorenzo Torri e Maria Elena Rosati).

Successi, sconfitte e responsabilità

Luca Pani, direttore generale dell'AIFA, afferma che "i vaccini sono diventati vittima del loro stesso successo", considerando che fino al 1958 e non solo in Italia, vi erano file immense di mamme che accorrevano nelle strutture sanitarie per vaccinare i loro figli, con il risultato di essere riusciti a tenere la malattia sotto controllo ma non di averne avuto la sua eradicazione. Lo stesso accade per altre malattie batteriologicheche nel mondo globalizzato trovano nuovi percorsi d'incubazione, proliferando e rendendo difficile il loro controllo. Enrico Vizza, 'segretario nazionale Sigo', afferma non esistere responsabilità individuali; quindi bisogna concentrarsi in un 'gioco di squadra' efficiente considerando le complessità della situazione.

Esempio: il vaccino HPV (papilloma virus), in molte parti d'Italia è pagato con il ticket sanitario, ma non tutti, causa la crisi che ha colpito l'economia italiana, riescono oggi a pagarlo. Quindi vi rinunciano, facendo sì che molte malattie collegate all'HPV (come i tumori del collo dell'utero e del cavo orofaringeo, della vescica o del retto) ritornino aggredendo la salute dell'individuo, arrivando alla genesi tumorale e colpendo altri organi. In America è stato eseguito uno studio su 25 milioni di vaccinazioni: 33 mila hanno avuto risposta avversa ma nessuna delle persone è deceduta. Questo fa capire che bisogna dare importanza alle statistiche e ai suoi numeri, non alla disinformazione web che, con oltre 200 siti, evidenzia l'ignoranza in materia dei suoi ignoti comunicatori.