Nascere nel nuovo millennio può significare tante cose. Si impara attraverso la tecnologia, si cresce circondati dall'informazione e dalla dinamica divulgazione della stessa; soprattutto si diviene adulti dando per scontate situazioni "normali" che per diventare tali invece hanno impiegato tempo, fatica e studi.

Un esempio su tutti e sul quale ci si vuol soffermare oggi 14 giugno è quello sulla trasfusione di sangue. Pratica ordinaria che quotidianamente salva la vita agli esseri umani di tutto il mondo, ma che fino a un centinaio di anni fa poteva ancora annoverarsi tra le cause di morte.

In questo giorno anche Google (inventando un nuovo doodle) decide di ricordare la nascita di Karl Landsteiner, biologo e fisiologo austriaco nato 148 anni fa, che a partire dal 1900 ipotizzò e rilevò le differenze sostanziali presenti nel sangue delle persone.

Laureatosi a Vienna nel 1891, Karl Landsteiner decise di proseguire gli studi in medicina interessandosi sempre più all'immunologia presso l'Istituto Igiene a Vienna dove lavorava. Fu la curiosa reazione provocata dalla miscelazione di campioni di sangue di specie diverse a far scattare la scintilla di genio in Landsteiner. Resosi conto della medesima risposta organica - l'agglutinazione, cioè la formazione di ammassi cellulari - anche dopo miscelazione di campioni di sangue prelevati da esseri della stessa specie ma da individui differenti, tentò di spiegarne le basi, cambiando di fatto il corso della storia.

Nacquero le prime divisioni. Nel 1900 il fisiologo individuò i gruppi A, B e 0, appena due anni dopo riuscì a descrivere anche il gruppo AB. A partire dal 1907 le prime trasfusioni suddivise in base al gruppo sanguigno stabilirono una svolta epocale in ambito medico, svolta che avrebbe rivoluzionato la storia dell'uomo. Mai come allora tale pratica si rivelò essere quanto mai utile: durante la Prima Guerra Mondiale la differenziazione tra i gruppi sanguigni salvò numerose vite.

Tale contributo alla Scienza valse a Karl Landsteiner nel 1930 il Premio Nobel per la Medicina.

Noi oggi lo ricordiamo perché è bene valorizzare il passato, è giusto avvalersi delle scoperte che hanno fatto la storia, ma anche perché è di fondamentale importanza capire che ogni essere umano è parte di questo cambiamento.