Gli inibitori della PDE4 (fosfodiesterasi 4), a partire dal Viagra e da altri che ne hanno seguito, hanno radicalmente cambiato i costumi della nostra società. Tuttavia sono ancora in tanti ad essere prudenti sull’uso di questi farmaci o, semplicemente, non li possono prendere perché controindicati, come nel caso dei cardiopatici. Negli ultimi anni si sta facendo strada un nuovo approccio, che non richiede farmaci ma solo un trattamento fisico esterno. Sono sufficienti pochi cicli di trattamento, con delle onde d’urto a bassa frequenza, per avere effetti paragonabili a quelli degli inibitori delle PDE4, ma permanenti.
Questo è dovuto ad una neoangiogenesi localizzata.
Arrivano le onde d’urto a bassa intensità
Gli inglesi lo chiamano “low-intensity extracorporeal shock wave treatment” (LI-ESWT) ovvero un trattamento con delle onde d’urto a bassa intensità, applicate localmente, dall’esterno, nella zona inguinale, sul pene. Ogni sessione prevede l’applicazione di 3.000 onde d’urto di intensità pari a 4 mJ/mm3. Una volta alla settimana, da ripetere per alcune settimane. Assenza totale di controindicazioni e di effetti collaterali.
Dopo alcune settimane dal trattamento, nell’85% dei casi si è osservato un netto miglioramento della funzione erettile (paragonabile a quanto osservato con un inibitore di PDE4), nel 10% la condizione è migliorata mentre nel 5% dei volontari trattati non è stato osservato alcun miglioramento.
Con le onde d’urto a bassa intensità, gli effetti positivi permangono anche dopo mesi dal trattamento. E questo fa escludere qualsiasi effetto placebo anche perché, attraverso il monitoraggio notturno con sistemi computerizzati tipo “Rigiscan”, questo miglioramento è stato certificato e documentato essere permanente. L’applicazione delle onde porta infatti alla formazione di nuovi vasi sanguigni (neoangiogenesi) nella zona pelvica e nell’organo del paziente, ripristinando una condizione fisiologica ottimale per una corretta e persistente erezione.
Negli ultimi mesi, sull’uso delle LI-ESWT, sono stati pubblicati diverse metanalisi. Giusto per citarne una, pubblicata questa estate su European Urology, primo autore Lu Z., valutati 14 studi pubblicati dal 2005 al 2015, coinvolti complessivamente 833 pazienti, che hanno sostanzialmente confermato questo dato. A settembre, su The Journal of Urology, primo autore Assaly-Kaddoum R., l’effetto delle LI-ESWT è stato valutato su modelli animali “con diabete”, e il risultato è stato paragonabile a quello osservato con il Sildenafil.
La disfunzione erettile, un problema molto diffuso
Non c’è nulla di più frustrante per un uomo che sentirsi inadeguati sessualmente. La disfunzione sessuale, ovvero l’incapacità a raggiungere o mantenere un’erezione soddisfacente per la durata del rapporto sessuale, interessa più di 3 milioni di uomini nel nostro Paese. Di questo solo il 13% ricorre a delle terapie mentre il restante 87% si rassegna e non affronta il problema per varie ragioni, prima di tutto l’imbarazzo a parlarne con il proprio medico.
Parliamo principalmente di uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni. Le cause possono essere molteplici, da fattori di vita quotidiana (stanchezza, stress, ansia, ecc.), a qualche problema vascolare, tipico con l’avanzamento dell’età (ipertensione, diabete mellito, infarto, ictus, ecc.), a problemi di tipo endocrino (ipogonadismo primario, ipo- e ipertiroidismo), fino ad arrivare a problemi molto più seri, a carico del sistema nervoso (sclerosi multipla, morbo di Alzheimer, morbo di Parkinson).
Nei casi più frequenti, cioè quelli a carico del sistema vascolare, la scoperta dell’effetto degli inibitori della fosfodiesterasi 4 (PDE4) ha rivoluzionato l’approccio clinico a questa disfunzione. Il primo farmaco arrivato sul mercato è stato il sildenafil (Viagra), seguito da tadalafil (Cialis) vardenafil (Levitra e Vivanza), avanafil (Spedra e Stendra) e altri sono in sperimentazione clinica. Ora vediamo l'impatto che avranno queste onde d'urto.