Su Facebook un annuncio mette in vendita un potente barbiturico il Nembutal con lo slogan “Per una morte serena ed indolore'", a denunciarlo la onlus “Lo Sportello dei diritti”.

Eutanasia: libera vendita del farmaco mortale

Il Nembutal è utilizzato dalle organizzazioni che si occupano di suicidio assistito come Dignitas ed Exit e i veterinari lo usano per sopprimere animali malati o pericolosi. Negli Stati Uniti viene ancora utilizzato nelle esecuzioni capitali. Il medicinale non può essere acquistato e nei medicinali in cui è presente in minime quantità sono vendibili solo dietro ricetta economica; la sua vendita libera è illegale è pericolosa perché la gente che vive in Paesi in cui l'eutanasia è vietata sono disposti a tutto pur di ottenerlo per poterla praticare su di sé.

Giovanni D'Agata, presidente dello 'Sportello dei Diritti' spiega che “Poiché i venditori sono difficilmente individuabili, in molti Paesi si puniscono gli acquirenti del barbiturico; in Australia chi importa illegalmente il Nembutal viene punito con 25 anni di carcere e una sanzione di 550mila dollari”

Eutanasia: in Italia ancora nessuna legge

L'Eutanasia è il diritto per un malato terminale di morire, quando il suo quadro clinico non gli permette più di condurre una vita indipendente in condizioni dignitose. In Italia non esiste alcuna legge in materia eppure è un problema etico molto sentito e tale da suscitare passione e partecipazione a livello sociale.

In particolare i radicali hanno fatto del diritto alla "dolce morte" un cavallo di battaglia prendendo come simbolo la vicenda umana di Piergiorgio Welby giornalista e politico; Welby balzò alle cronache negli ultimi anni di vita quando, gravemente ammalato, nei suoi scritti chiese ripetutamente che venissero interrotte le cure che lo tenevano in vita.

Al'epoca la sua vicenda fece tanto scalpore e rese impellente la necessità di una legge sul fine vita. A dieci anni però dalal more di Welby, manca la legge e molti italiani sono costretti ad andare all'estero per morire in condizioni dignitose.