Nel mondo in assoluto è il belgio ad essersi tristemente 'onorato' di questo primo posto, in quanto ha dovuto esercitare il primo caso al mondo di eutanasia su un minore, grazie a una legge del 2014 approvata dalla Camera dei deputati Belga. L'approvazione di questa legge diede il via libera definitivo alla concessione legalizzata del desiderio di morire per gli adulti, estendendola anche ai minori senza limiti di età. Ovviamente, acconsentire all'eutanasia verso un adulto, ma sopratutto su un minore, dovrà portare a un iter documentato che accerti il caso di malattia terminale e le sofferenze cui è sottoposta la persona che desidera porre fine alla propria vita; in seguito, una valutazione psicologica dovrà stabilire e valutare soprattutto, la "capacità di giudizio" del minore nel comprendere il significato della morte.

Una decisione sofferta ma indispensabile

I giudizi che conseguono da una scelta così importante che ha come fine l'eutanasia, sicuramente fortemente voluta dalla persona che soffre, si alternano tra il dolore di quelli che stanno accanto al malato e la mancata comprensione di chi crede che Dio, se ci ha dato di soffrire, questo deve essere sopportato fino al percorso 'naturale' della vita. Una posizione alquanto 'macabra' se pensiamo che spesso, chi giudica, è dall'altra parte della carreggiata e quindi difficilmente potrà comprendere o motivare la richiesta di una 'dolce morte' da parte di chi soffre. In proposito ricordiamo il caso di Piergiorgio Welby che, al culmine della malattia (distrofia muscolare gravemente progressiva), chiese, con una lettera inviata all'alloraPresidente della Repubblica Giorgio Napolitano, di poter esercitare il diritto di morire grazie all'eutanasia e mettere fine all'accanimento terapeutico impostogli per la legge che lo 'obbligava' alla vita.

Primo caso di Eutanasia su bambino

"Nel silenzio e nella discrezione più assoluta", riporta il quotidiano Het Nieuwsblad, "per la prima volta il nostro Paese ha concesso l'eutanasia a un bambino". Ovviamente questa decisione ha portato polemiche e disaccordi, sia da parte del mondo laico che da quello cattolico. Il politico dei Radicali italiani Marco Cappato, si è espresso in favore dell'eutanasia dicendo, "In Italia le leggi condannano alla clandestinità"; il presidente della Cei, Cardinal Bagnasco, ha condannato la decisione del Belgio affermando che, "La vita è sacra e va sempre accolta"; e la bioeticista Micaela Ghisleni si è chiesta se "C'è stata sospensione delle cure o iniezione letale", aggiungendo, "come sia possibile che l'amore dei genitori non abbia prevalso sulla morte".

Malgrado tutto, questo sarà sempre un argomento molto delicato che non troverà mai il pieno consenso delle persone, e solo chi è portatore di una malattia che lo costringe a vivere la propria esistenza collegato a una macchina, a letto o a continui interventi chirurgici palliativi, potrà comprendere cosa significa desiderare la morte.