I ricercatori della Oregon State University hanno scoperto una molecola che disattiva l'enzima capace di rendere i cosiddetti 'super batteri' invulnerabili agli antibiotici tradizionali. Come riportato dal Journal of Antimicrobial Chemotherapy, la comunità scientifica aveva destato serie preoccupazioni per il crescente numero di patogeni resistenti a tutti i più efficaci antibiotici a disposizione.

Sperimentazione umana prevista entro 3 anni

La molecola scoperta (PPMO) sarebbe in grado di combattere l'enzima che trasforma comuni batteri in organismi indistruttibili.

L'enzima è conosciuto con il nome 'NDM-1', identificato per la prima volta nel 2008 in un paziente svedese di ritorno dall'India. La sperimentazione è stata condotta su topi infetti con un ceppo patogenico di Escherichia Coli portatrice di NDM-1, mentre i test sugli esseri umani si faranno entro i prossimi 3 anni. Bruce Geller, professore presso l'Oregon State University, afferma che 'molti degli antibiotici standard non sono più utilizzabili perché completamente inefficaci. Abbiamo tentato di sviluppare nuovi antibiotici, ma non appena si apporta un cambiamento alla chimica del medicinale, il batterio muta per resistervi'.

La PPMO ripristinerà l'efficacia degli antibiotici tradizionali

La nuova molecola disattiverà l'enzima 'NDM-1' ripristinando la vulnerabilità dei patogeni ai classici antibiotici.

Bruce Geller infatti specifica che 'si tratta dello stesso tipo di enzima in numerose specie di batteri, per cui la medesima molecola sarà efficace su ogni tipo di patogeno che dimostri 'NDM-1'. Geller aggiunge che in assenza della nuova molecola, l'ultima spiaggia per combattere i 'super batteri' è la Colistina, un antibiotico che 'non viene usato da decenni poiché potenzialmente dannoso per i reni'.

La resistenza dei super batteri si è infatti progressivamente estesa anche alla classe degli antibiotici 'carbapenemi', tra i più potenti a nostra disposizione. Va inoltre fatto notare che il consumo smisurato di questo tipo di antibiotici da parte di Italia e Grecia negli ultimi anni ha contribuito al rafforzamento dei patogeni nei confronti di questi medicinali di ultima risorsa.