Al termine di una estenuante ma esaustiva riunione convocata dal direttore generale della Prevenzione sanitaria presso il ministero della Salute, i tecnici hanno nuovamente analizzato i dati, dichiarando che non esiste una emergenza meningite a livello nazionale. Inoltre il consiglio del pool di esperti è quello di non ricorrere indiscriminatamente al vaccino, perché serve privilegiare le categorie più a rischio. Tuttavia l'appello lanciato dai medici riguarda l'adeguata adesione di bambini e adolescenti alle periodiche campagne di vaccinazione, suggerendo una particolare attenzione alle persone propense ad avere un marcato deficit immunitario.
Per quanto riguarda gli anziani, invece, il suggerimento è quello di somministrare il classico vaccino anti-influenzale e anti-pneumococco.
La situazione nelle regioni
Sebbene il panico abbia contagiato moltissime famiglie, il quadro che emerge dell'incontro al quale hanno assistito il ministero, l'Istituto Superiore di Sanità, l'Agenzia italiana del farmaco, il comando dei Nas, Farmaindustria e Regione Toscana, è di totale tranquillità. Si è tenuto a precisare che un aumento inatteso si è registrato unicamente nella regione Toscana, mentre nelle altre città italiane, i casi sporadici riguardano soltanto il meningococco C di tipo virale e non batterico. Di conseguenza, sono state sconsigliate frettolose corse in ospedale.
I soggetti a rischio
Nel corso della riunione, i medici della Regione Toscana hanno presentato uno studio dettagliato dei casi registrati nel 2015 e nel 2016. È emerso che l'aumento dei casi è dovuto soprattutto all'epidemia di meningococco C, mentre negli anni precedenti i contagi avevano riguardato solo quella del tipo B. Inoltre è stato presentato il profilo dei soggetti coinvolti, dal quale si evince una propensione di queste persone a frequentare bar, ristoranti, circoli e palestre.
Nel caso delle palestre, sono stati riscontrati fenomeni di contagio tra il personale dipendente.
Altri soggetti maggiormente esposti al rischio di contrarre la meningite sono coloro che fanno parte del personale ospedaliero, e persone vicine a medici e infermieri. Un'alta percentuale di episodi si è verificata anche tra assidui frequentatori di locali notturni tra Firenze, Pistoia e Prato. Infine, tra i soggetti a rischio, sono stati segnalati anche i fumatori e i consumatori di cannabis.