La meningite fa paura, tanto. È inutile nasconderlo. Gli italiani sono spaventati e cercano di correre ai ripari con il vaccino. Gli esperti però definiscono l’Italia tra i paesi ‘a più bassa incidenza’ di meningite in Europa. Proprio per questo l’allarmismo delle ultime settimane non è giustificato secondo i vertici della sanità, in quanto non c’è alcuna ‘epidemia meningite’ in Italia, anzi chi lo dice non fa altro che disinformare e diffondere un procurato allarme. Gli esperti dell'Istituto superiore della sanità, infatti, hanno chiarito che l’unica epidemia di meningite che c'è nel nostro Paese non è di origine batterica ma ‘è solo un fenomeno mediatico’.

Epidemia mediatica o meno gli italiani sono in forte apprensione soprattutto per i bambini e gli adolescenti, tanto che le domande di vaccino per questi ultimi sono aumentate del 100%. Aumentata notevolmente anche la richiesta da parte di chi deve partire ed affrontare viaggi (anche se in aree non a rischio) e stare a contatto con molte persone. Le rassicurazioni dei medici al momento sembrano non bastare e non fermare la corsa disordinata ai vaccini. Le dosi anti-meningite fornite alle Asl su tutto il territorio nazionale sono più che raddoppiate ma nonostante questo sembrano non bastare comunque. Le Asl in questi giorni sono a collasso: invase da decide e decine di cittadini che vogliono vaccinare i loro figli e anche se stessi non riescono a far fronte alla forte domanda.

Piccoli e grandi centri fanno registrare dalle prime ore del mattino alte presenze, tutti impazienti di vaccinarsi che si scontrano però con le lunghe e incerte file tanto che la pazienza piano piano finisce e lascia spazio a tensioni e malumori difficili da gestire. Le ore passano, le file continuano e a fine giornata si rischia di non avere più vaccini.

Tanta paura, poca informazione

I presidi ospedalieri di tutta Italia sono stati presi d’assalto, non solo grandi città come Milano, Torino, Trapani ma anche i paesini e in Calabria è boom di richieste del vaccino contro la meningite. Ogni regione ha delle procedure diverse a seconda della tipologia di pazienti, delle modalità di accesso gratuito per le prestazioni e, spesso, le informazioni a riguardo sono poche o incomplete.

Gli utenti si ritrovano a non sapere a chi rivolgersi per avere un quadro completo di informazioni in merito alla vaccinazione e il proprio quadro clinico. Succede che non ci sono sportelli informativi e che l’unica fonte di notizie sia il medico sanitario che possa rispondere alle perplessità. Capita anche che i pazienti debbano fare giri interminabili nelle Asl per compilare scartoffie varie prima di poter usufruire delle prestazioni sanitarie.

Le vaccinazioni in Calabria

Anche in Calabria i centri per le vaccinazioni sono state prese d’assalto e la situazione è critica. Primi tra tutti i centri di Reggio Calabria dove si sono registrati oltre 120 vaccinazioni al giorno, ma non sono da meno le altre sede regionali.

Anche in provincia di Cosenza la situazione non è da meno. Le richieste sono tante, le riserve di vaccino poche, i locali troppi piccoli per ospitare tutti i cittadini che accorrono, nessuno sportello informativo e spesso gli animi si infiammano. Questo soprattutto se le vaccinazioni vengono fatte solo in alcuni giorni della settimana e i piccoli presidi presenti sul territorio devono coprire una fascia di comuni molto ampia. Non bisogna dimenticare che le fasce deboli, come i bambini, hanno la precedenza e che i medici sanitari sono chiamati a sbrigare anche altre pratiche al di fuori dei vaccini oltre al fatto che nella categoria vaccini non rientra solo il vaccino contro il meningococco C ma anche quelli ordinari ed obbligatori che riguardano bambini ed adolescenti in determinate fasce di età.

Nessun sistema ‘elimina-code’ che rilascia il numero di prenotazione ed un’unica persona che deve sbrigare tutto. A questo punto parlare di malumori e tensioni è dire poco. La situazione diventa davvero ingestibile.