Va forte l’industria famaceutica italiana, seconda solo a quella tedesca. I suoi prodotti concorrenziali anche con quelli degli Usa e ne beneficiano le cure e le ricerche per la prevenzione delle malattie.

Da 30 anni il Sistema sanitario nazionale segue i pazienti fragili, perché non ricorrano sempre agli ospedali. Scadono questo mese i bandi di concorso per l'assunzione per 104 figure professionali

La medicina sa che una persona è un complesso i fattori biologici, psicologici, sociali e ambientali. Bisogna affrontarli insieme per garantirgli la salute.

Di oggi la notizia che alle Molinette di Torino 99 pazienti su 100 vengono guariti dall' ipertrofia prostatica con il laser verde.

La rivoluzione digitale sta introducendo nell' economia nuovi driver di crescita nel rispetto di energia e ambiente, umano e artificiale.

Da parte loro, gli studi biotech incrementano le esportazioni delle aziende che sono cresciute del 10 per cento ed esportano l'80 per cento. Sono ecocompatibili e del tutto etici.

Il business sostenibile

Della bioeconomia in generale si è parlato in Consiglio regionale piemontese, allo scopo di perfezionare le terapie molecolari per persone con mutazioni genetiche, accentuate dal cambiamento climatico e dallo squilibrio ecosistemico.

Sembra proprio che le aziende farmaceutiche italiane si stiano adeguando, anche perché la loro nuova azione si inserisce all’interno delle priorità dall’Unione europea per i finanziamenti.

“In Italia la bioeconomia vale 251 miliardi e occupa 1,65 milioni di persone, incidendo per il 20% sulla produzione nazionale”, ha commentato Serena Fumagalli, della Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo che assume diplomati e laureati nella sede di Dubai

“Il paese si caratterizza per una elevata diversificazione produttiva, incidente non solo quindi nell’ambito dell’industria alimentare ma per esempio anche in quella della carta e della trasformazione del legno, benché il valore totale della produzione sia inferiore rispetto a quello di Spagna e Francia” ha concluso.l'economista.

L'approccio scientifico

Il ministero della Salute sta lavorando per migliorare alla base le condizioni di vita, da quando l’Unione europea ha lanciato una strategia per la bioeconomia allo scopo di produrre cibo in migliori quantità e qualità.

"Il fatto è che si devono ridurre la dipendenza dalle fonti energetiche fossili e sfruttare le ricchezze provenienti dal mare, attraverso percorsi efficienti e a basso impatto per l’ambiente”, ha spiegato Fabio Fava, rappresentante italiano per la Bioeconomia nel programma Horizon 2020 e public private partnership biobased industry.

Confortano le parole del rettore del Politecnico, Marco Gili: "Le politiche di Ateneo, sia quelle già messe in atto nel recente passato, che quelle che saranno attivate nel prossimo futuro, sono intese a sostenere queste azioni strategiche e a migliorare ulteriormente i nostri risultati".

Il discorso si estende alla strategia nazionale elaborata lo scorso settembre per migliorare la sostenibilità e la qualità dei prodotti nei settori di trasformazione, potenziando i collegamenti fra industria alimentare, del legno, bioraffinerie e settore del biogas e per incrementare i numeri del comparto del 20 % entro il 2030. Si intende che il fine è garantire il più possibile la salute umana.

Un nuovo approccio scientifico nella gestione delle risorse, più adeguato all’uomo e all’ambiente al mondo 2.0 dove si trova a vivere, è stato descritto da Luigi Bistagnino, fondatore e presidente della Systemic approach foundation.