Proprio com’era auspicabile, il Ministro della Salute Lorenzin, con l’appoggio del governo, ha finalmente presentato in Parlamento la versione definitiva del Decreto che dovrebbe introdurre in Italia la vaccinazione obbligatoria: tuttavia non ci siano stati cambiamenti significativi dalla precedente versione se non per quello che riguarda l’autocertificazione all’atto dell’iscrizione a scuola.

Di questi tempi si è parlato, soprattutto in Europa, se vaccinare sé stessi e i propri figli sia più un obbligo o una raccomandazione e, seppure in mezza Unione sia lasciata libera facoltà ai cittadini, il nostro Paese ha deciso di operare una scelta diversa.

Tuttavia, ben 12 vaccini obbligatori sembrano davvero un’esagerazione, nonostante essi subiscano una sostanziale riduzione a seconda dell’anno di nascita, fino ad un massimo di 9 vaccini obbligatori. Scelta sulla quale il ministro Fedeli aveva espresso il proprio parere, chiedendo di spiegarne il perché ai cittadini che si sono appellati al Presidente Mattarella. Ed è su questo punto che ci si aspetta un acceso dibattito parlamentare.

Le sanzioni per il mancato adempimento all’obbligo, hanno generato non poche discussioni: si parla di multe da centinaia di euro fino alla non iscrizione agli asili e segnalazioni ai tribunali minorili. Fortunatamente, non vi è alcun accenno alla perdita della patria potestà, che dovrebbe essere l’ultima risorsa in caso di inadempimento.

Ma come si può facilmente comprendere, secondo dei dati raccolti da un sondaggio, anche solo il millantare questa ipotesi fa inferocire come tigri affamate il 23% degli italiani su una popolazione di 8000 individui, che si dichiara fermamente contrario alla nuova legislazione vaccinale. E’ chiaro che, se l’orientamento statale è ben delineato, l’opposizione non resta ferma a guardare e c’è da vedere chi si schiererà accanto alla popolazione scesa in piazza nei giorni precedenti e che proseguirà con manifestazioni di carattere nazionale nei prossimi giorni, come quella prevista per domenica.

Se a Palazzo Chigi hanno le idee ben chiare sui vaccini, la situazione complessiva della sanità italiana non è così rosea: stando ai dati raccolti nel rapporto CENSIS, nell’ultimo anno si è assistito ad un alto tasso della popolazione, si parla di circa dodici milioni di italiani, che ha rinunciato o rinviato prestazioni sanitarie.

Se i dati sono questi, è allarmante che un italiano su cinque non può più curarsi come si deve. Il non poter accedere alle terapie e alle prestazioni mediche con conseguenze spesso fatali, dovrebbe essere sia per il governo che per le forze politiche grande fonte di preoccupazione.

Un altro aspetto che risalta è quello che vi sia un forte interesse verso una privatizzazione della salute in cui convergono sia italiani oltre ad associazioni e assicurazioni, che grandi imprese gestori di case di cura private. Se questa sia la strada migliore per sostenere i bisogni di assistenza e cura da parte degli italiani è tutto da vedere, ma che la salute sia disuguale è un dato di fatto. Sarebbe un buon inizio se le istituzioni si impegnassero con la stessa incisività che hanno impiegato per i vaccini anche per rispondere a quel quinto della popolazione italiana che non vede tutelato il proprio diritto alla salute.