A fine agosto è iniziata una sperimentazione clinica su adulti colpiti da malaria. Lo hanno annunciato Novartis e Medicines for Malaria Venture (MMV). Si tratta della combinazione di due molecole, KAF156 (una imidazolopiperazine) e Lumefantrina (benflumetolo), in grado di eliminare anche i ceppi dei parassiti resistenti. Mentre a gennaio 2018, in alcuni paesi dell’Africa scelti dalla OMS, farà il suo debutto il primo vaccino anti-malaria.

La combinazione vincente

KAF156 è una nuova molecola ad attività antimalarica, sviluppata dalla Novartis, già testata con successo in Mali.

Adesso, in collaborazione con Medicines for Malaria Venture (MMV), è partito in Africa uno studio clinico di Fase IIb per valutare la sua efficacia nel debellare la malaria. KAF156 verrà somministrato in combinazione con un altro farmaco - Lumefantrina (benflumetolo) – da anni commercializzato dalla stessa azienda farmaceutica contro la malaria, in combinazione con un derivato dell’artemisina (Coartem: artemetere/lumefantrina 20 mg/120 mg).

La necessità di combinare due farmaci è una strategia usata negli ultimi anni al fine di impedire l’insorgenza di forme resistente di plasmodio. La stessa artemisina, sostanza naturale scoperta dai cinesi come efficace antimalarico in grado di sconfiggere il parassita "plasmodium falciparum", e diffusamente impiegata in Africa e in Kenya, negli ultimi anni ha sviluppato forme resistenti.

E questo è avvenuto anche con altri farmaci antimalarici. Da qui la necessità di somministrare sempre delle combinazioni: normalmente una molecola ad azione rapida associata ad una seconda che impedisce la diffusione del plasmodio e lo sviluppo di forme resistenti. In Italia, nel 2012 la sigma-tau (ora Alfasigma) aveva messo in commercio Eurartesim, una combinazione di due principi attivi, diidroartemisinina e piperachina.

Tornando al KAF156, in un precedente studio clinico di Fase IIa, era stato osservato che il farmaco agiva velocemente in diverse fasi della vita del parassita, attivo sia sul Plasmodium falciparum che sul Plasmodium vivax. Ora la sperimentazione è iniziata in un centro in Mali e nei prossimi mesi verrà estesa in 17 ulteriori centri, distribuiti in ben nove Paesi tra Africa e Asia.

E dal 2018 arriva il vaccino

La malaria rimane una delle infezioni a maggiore diffusione, con quasi il 50% della popolazione mondiale a rischio contagio. Ogni anno più di 400mila persone in tutto il mondo muoiono a causa di questa infezione. E le azioni di profilassi farmacologiche, oltre che tossiche sono anche poco efficaci (40%). L’obiettivo dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) è arrivare a debellare la malaria, per questo promuove ogni iniziativa che va in tal senso. Questi programmi godono del sostegno scientifico e finanziario di MMV (in collaborazione con la Bill & Melinda Gates Foundation).

Pochi mesi fa è arrivato l’annuncio ufficiale. Dal 2018 in Kenya e Malawi sarà disponibile in commercio il primo vaccino antimalarico.

La GlaxoSmithKline (GSK), azienda farmaceutica britannica che commercializzerà il vaccino, si è impegnata, con un piano quadriennale, a fornire il vaccino per trattare 720 mila bambini il primo anno che andranno ad aumentare nei anni successivi. A questo vaccino – sigla RTS,S/AS01 e nome commerciale Mosquirix - si è arrivati dopo 25 anni di ricerche, in parte finanziate dalla “Bill and Melinda Gates Foundation”, l’organizzazione messa in piedi da Bill Gates - cofondatore di Microsoft – insieme alla moglie Melinda.

Negli studi clinici, il vaccino si è dimostrato efficace – anche se non assicura una protezione completa - ma sono necessarie quattro somministrazioni, le prime tre ogni 3 mesi e l’ultima dopo 18 mesi.

Il problema principale sarà raggiungere le popolazioni sparsi in remoti villaggi di questi Paesi africani, per assicurare loro una completa copertura vaccinale.

Comunque, per le infezioni in atto ci sono le combinazione di farmaci mentre per la profilassi abbiamo il primo vaccino e, auspicabilmente, altri ne seguiranno. Nell’insieme, questi progressi fan ben sperare, in termini non molto lontani, ad una risoluzione definitiva del problema malaria.