Si chiama mela artica e verrà commercializzata nei prossimi giorni in oltre 400 supermercati degli Stati Uniti. Ma non si tratta di una nuova varietà di mela naturale, ma di una nuova specie geneticamente modificata che possiede la peculiare caratteristica di non subire il processo di ossidazione degli zuccheri e, di conseguenza, di non imbrunire con il passare del tempo. E questo nemmeno se viene affettata o tagliata in altro modo. Dopo molte polemiche e molte battaglie legali, infatti, questo frutto OGM, dopo il via libera ufficiale nel 2015 da parte della Food and Drug Administration, sta per invadere gli scaffali dei supermercati americani.
Anche perché, secondo molti esperti del settore, i risultati di vendita della mela aritica potrebbero influire profondamente sul futuro degli ogm stessi.
Le prospettive future degli ogm
Secondo il parere di esperti di marketing e di alimentazione la reazione dei consumatori americani a questo nuovo prodotto, infatti, fungerà da ago della bilancia per capire quali saranno le prospettive, a breve ma anche a medio termine, del comparto. Se la mela artica dovesse registrare un forte gradimento tra il pubblico questo potrebbe indicare che il mercato è pronto ad accogliere altri prodotti del genere. Che di conseguenza, come per ogni cosa, una volta affermatisi in America verrebbero introdotte anche nel Vecchio Continente.
Se, invece, la commercializzazione dovesse rivelarsi un clamoroso flop darebbe nuovo vigore a tutte quelle campagne che, sopratutto negli USA per ora, ma sempre più anche in Europa, hanno come obiettivo, se non il bando completo degli alimenti ogm, almeno la loro chiara identificazione come tali con l'indicazione esplicita sull'etichetta del prodotto.
Le origini della mela artica
Come accennavamo poco sopra la mela artica ha ricevuto il via libera alla commercializzazione sul territorio degli Stati Uniti nel 2015. Ma la sua storia inizia nel 1995. In quell'anno uno dei creatori della società che la commercializza, la canadese Okanagan Specialty Fruits, Neal Carter voleva incrementare il consumo di mele e per renderle accessibili e immediatamente fruibili dal maggior numero di persone pensò di venderle già affettate, ma rimaneva il problema dell'ossidazione del fruttosio, lo zucchero presente i tutta la frutta, che faceva inbrunire la mela dopo che era stata tagliata.
Se non che in Australia dei ricercatori erano riusciti ad isolare ed eliminare il particolare enzima che sta alla base della reazione di ossidazione dello zucchero. Di conseguenza, dal 2003 si è partiti con la produzione della nuova mela ogm nelle varietà Fuji, Golden Delicious e Granny Smith.
Le critiche alla commercializzazione
Anche se, in base ad indagini di mercato commissionate dall'azienda produttrice, vi sarebbe una fascia di consumatori pronta ad accogliere positivamente un prodotto che, comunque, nella sua versione naturale è largamente consumato, si sono sollevate diverse critiche alla sua diffusione di massa. In particolare, non sarebbero fornite informazioni sufficienti sul modo in cui viene prodotta e sul suo sviluppo e crescita. Anche se, dicono dall'azienda produttrice, sulle confezioni messe in commercio sarà presente un codice QR che, una volta scansionato, consentirà di accedere alle informazioni desiderate.