Le apnee del sonno, cioè delle ripetute interruzioni della respirazione della durata di almeno 10 secondi durante la notte, interessano il 4% degli uomini e il 2% delle donne fra i 30 e i 60 anni. E vengono considerate una vera e propria patologia che può portare con sé, se trascurata, gravi conseguenze sulla Salute dei pazienti. Per capire la portata del problema, si stima che, solo in italia, circa il 22% di tutti gli incidenti stradali siano causati da colpi di sonno derivati dal cattivo riposo notturno causato dalle apnee notturne. Il problema è reso ancora più grave dal fatto che nell'80% dei casi non si sa di soffrirne a causa di una mancata diagnosi.

I vari gradi di apnee e di rischio

Come spiega il Dottor Fabrizio Salamanca, referente del Centro per la Diagnosi e Cura della Roncopatia di Humanitas San Pio X, vi sono diversi gradi di gravità nelle apnee notturne. Si va dal semplice russamento, in cui il soggetto non ha problemi respiratori al russamento patologico con anche 400 - 500 casi di risvegli continui che impediscono di godere di un sonno ristoratore. A questo si aggiunga l'ostruzione delle vie aeree superiori che provoca, come dicevamo, interruzioni periodiche della respirazione, della durata, di solito, di 10 secondi o più. Come spiega l'esperto fino a 5 apnee notturne l'ora sono tollerabili e, diciamo, nella norma. Se si va oltre questa cifra si entra in un rischio lieve.

Questo è configurabile quando si hanno dai 6 ai 15 episodi di apnee l'ora. Oltre questa forchetta entriamo nel rischio medio, precisamente tra i 16 e i 30 episodi l'ora. Mentre sopra i 30 episodi il rischio diventa alto.

Il problema è che, durante le apnee, spiega Salamanca, si generano periodi di ischemia e ossigenazione improvvisa che sono molto deleteri per l'organismo in quanto, sopratutto nella fase di ri-ossigenazione, si producono sostanze nocive che entrano nel circolo sanguigno.

Le terapie consigliate

Diversi studi hanno messo in relazione le apnee notturne con il diabete, le aritmie cardiache l'obesità. Ma anche con diverse forme tumorali. Questo proprio perché durante le apnee si producono maggiori sostanze tossiche che entrano in circolo nell'organismo.

La diagnosi, abbastanza semplice, avviene attraverso l'utilizzo del polisonnografo, uno strumento che registra quante volte durante il sonno andiamo in apnea.

Diverso il discorso per la terapia più idonea. Infatti, a questo scopo occorre capire dove è localizzata l'ostruzione delle vie respiratorie. Per poter effettuare una corretta diagnosi e scelta della terapia occorre quindi sottoporsi ad una sleep endoscopy. Questa è una speciale endoscopia fatta sul paziente il quale è stato addormentato con l'uso di uno speciale farmaco e permette di calibrare la giusta terapia o il mix di terapie più adatte. Queste possono andare dall'applicazione di un bite per spostare avanti la lingua durante il sonno a veri e propri interventi chirurgici.