Un nuovo traguardo per una tecnologia del terzo millennio, la “terapia genica”. In questo caso l’applicazione non è in ambito oncologico ma per curare una malattia ereditaria dell’occhio, dovuta alla mutazione del gene RPE65. Nel 2017, negli Stati Uniti, sono stati approvati TRE terapie geniche, in grado di dare una risposta a problemi di Salute spesso devastanti e diversamente incurabili.
Luxturna
E’ questo il nome commerciale della nuova terapia sviluppata da Spark Therapeutics, una startup farmaceutica nata solo nel 2013, a Philadelphia (Pennsylvania) negli USA.
Voretigene Neparvovec-RZYL (Luxturna) è stato recentemente approvato dalla FDA per il trattamento della Amaurosi congenita di Leber, una rara malattia genetica, della retina, che porta a cecità già dai primi anni di vita.
Il nome di questa malattia deriva dal nome dell’oculista tedesco Theodor Karl Gustav von Leber (1980-1971) che per primo aveva diagnosticato questa patologia invalidante. Si tratta di una patologia rara, con una incidenza di pochi casi (1,25-3) ogni 100.000 nuovi nati l’anno. Lo sviluppo della malattia è la conseguenza di una serie di geni anomali, ovvero con diverse mutazioni sul DNA, che si traducono in una progressiva degenerazione dei fotorecettori della retina (coni – per la visione diurna, e bastoncelli – per la visione notturna) e l’alterazione di altre strutture della retina.
L’approvazione è arrivata dopo la conclusione di uno studio clinico di Fase 3, con 31 pazienti di età tra i 4 e i 44 anni. Gli effetti secondari sono stati limitati: occhi rossi, cataratta e aumento pressione intraoculare. I risultati sono stati positivi e tali da indurre la FDA a concedere a Luxturna lo status di Breakthrough Therapy (terapia rivoluzionaria) e di Orphan Drug (farmaco indicato per una patologia rara).
La nuova terapia genica, in commercio entro qualche mese, verrà somministrata una sola volta attraverso una iniezione sub-retinale. Il costo sarà piuttosto proibitivo, intorno al milione di euro.
La terza terapia genica approvata negli Stati Uniti nel 2017
A fine agosto arriva la notizia dell’approvazione della prima terapia genica.
Si tratta di Kymriah (tisagenlecleucel), una immunoterapia Car-T (da “Chimeric Antigen Receptor T cell”), sviluppata da Novartis, da impiegare nel trattamento dei pazienti pediatrici affetti da leucemia linfoblastica acuta, uno dei tumori più frequenti tra bambini e adolescenti, fino a 21 anni.
Ad ottobre arriva un’altra notizia: approvata la seconda terapia genica, questa volta contro il linfoma non-Hodgkin, nel trattamento di alcune forme refrattarie che non rispondono ai tradizionali trattamenti. Si tratta di Yescarta (axicabtagene ciloleucel) ed è sempre una immunoterapia Car-T che utilizza le stesse cellule del paziente (linfociti T) che vengono geneticamente modificate con recettori chimerici per colpire selettivamente le cellule malate.
La sicurezza e l’efficacia di questa terapia genica è stata valutata su 100 pazienti che non rispondevano ad altre terapie: con Yescarta è stata registrata una remissione completa della malattia nel 51% dei casi.
Ed ora arriva Luxturna, che funziona sfruttando come vettore un virus modificato, per far arrivare il gene RPE65 direttamente nelle cellule retiniche, in grado di produrre una proteina necessaria per riattivare la vista. Una speranza per i circa 6mila pazienti che attualmente vivono con la mutazione del gene RPE65. Solo negli Stati Uniti sono viventi circa uno-due migliaia di pazienti con circa 10-20 nuovi casi ogni anno.