Basta farsi un giro per le edicole o più comodamente digitare da casa la parola dieta su un qualsiasi motore di ricerca per farsi un'idea di quanto dimagrire e perdere peso rappresentino termini molto ricercati da parte degli utenti. Potrete quindi imbattervi in diete di tutti i tipi e per tutte le esigenze, alcune improbabili nate più per moda, ad esempio se seguita da qualche personaggio famoso. Fatto sta che di fondo si presenta sempre questo obiettivo del dimagrimento. Di base ciò avviene perché evidentemente mangiamo troppo, ovvero introitiamo più calorie di quelle che effettivamente il nostro organismo ha bisogno per lo svolgimento delle sue funzioni.
D'altronde la pubblicità è un mezzo molto persuasivo, talvolta un po' subdolo, che sa su cosa fare leva per convincerci a mettere in atto certi comportamenti. Rimanendo sempre in tema di dieta, in questo articolo vi parliamo del regime alimentare crash, che possiamo tradurre con dieta schianto, che già dal nome indica chiaramente che si tratta di un regime ad alto impatto. Ma andiamo a considerare più nello specifico in cosa consiste.
Dieta crash: in cosa consiste
Intanto si tratta di un regime dietetico che consiste essenzialmente nell'assumere barrette o bevande sostitutive dei pasti. In particolare si tratta di una dieta che indubbiamente aiuta a perdere peso ma che può presentare rischi non trascurabili per la salute.
Dieta crash: i risultati della ricerca
Tali aspetti sono stati messi in evidenza da una ricerca condotta dall'Università di Oxford, che ha preso in esame 21 soggetti obesi che per 8 settimane hanno seguito la dieta crash. L'introito quotidiano ammontava a 600-800 calorie. I ricercatori, per verificare i risultati, hanno misurato la distribuzione del grasso, di quello epatico e di quello cardiaco.
Tali misurazioni sono state effettuate in tre diversi momenti: all'inizio della ricerca, dopo una settimana e al termine delle otto settimane. Ebbene in tutti i volontari il dimagrimento è stato evidente. In particolare il grasso addominale è diminuito del 6%, quello viscerale nella misura dell'11% e quello epatico addirittura del 42%.
Inoltre si è assistito anche a un miglioramento metabolico generale per quanto riguarda i livelli di insulina, trigliceridi, colesterolo e zuccheri nel sangue.
Dieta crash: chi deve evitarla
Tuttavia a fronte di questi miglioramenti è stato evidenziato anche una diminuzione della componente grassa che avvolge il tessuto cardiaco per un totale di circa il 50%. Ciò ha avuto delle ripercussioni sulla funzionalità del cuore nel riuscire a pompare il sangue in tutto il corpo attraverso le arterie. E' anche vero che i parametri relativi alla funzionalità cardiaca si sono stabilizzati dopo 8 settimane, tuttavia non sono ritornati ai livelli precedenti a questo tipo di dieta. Pertanto possiamo concludere che i soggetti obesi e soprattutto chi presenta dei problemi a livello cardiaco dovrebbe astenersi dal seguire questo tipo di regime alimentare.