Cos’è l’intelligenza? ÈLa “Capacità di attribuire un conveniente significato pratico o concettuale ai vari momenti dell'esperienza e della contingenza”; detto in parole più semplici è la capacità di produrre un comportamento adattivo e funzionale al raggiungimento di uno scopo, un comportamento che affronti con successo le sfide dell’ambiente e che permetta di realizzare gli scopi prefissati.

È quindi il mezzo tramite cui possiamo ritenerci soddisfatti di ciò che apprendiamo, facciamo, diciamo e raggiungiamo. Ma non sempre una persona intelligente, ricca dal punto di vista culturale (in questo caso ci si riferisce al quoziente intellettivo, ovvero un valore che rapporta l’età mentale con l’età cronologica) è una persona di successo.

Cosa allora può aiutare una persona ad essere vincente nella vita, nel lavoro e nelle relazioni? Negli ultimi anni nel mondo della Psicologia ha preso piede il concetto di “Intelligenza emotiva”. Ma in cosa consiste?

Come conoscere noi stessi e gli altri

L’intelligenza emotiva è quella capacità di leggere, codificare, regolare e gestire le emozioni. Significa avere una grande capacità di auto-motivarsi (rivolgere le emozioni verso un obiettivo, capacità che in questo caso riguarda più il rapporto con se stessi), comprendere gli stati emotivi altrui (rapportarsi con le persone in modo appropriato e con comprensione) ed essere degli ottimi problem-solver, trovando strategie in breve tempo e in modo efficace e risolutivo, affinché non ci intralcino nel raggiungimento dei nostri progetti.

Fortunatamente, questa capacità può essere appresa, sviluppata e migliorata ed è questa la ragione per cui molto spesso persone con una modesta intelligenza e scarse abilità logico-matematiche, hanno successo nella vita e chi invece ha un QI elevato, fallisce. Questa capacità è quindi una marcia in più, che se insegnata ai bambini sarà sicuramente utile per metterli nella condizione di far fruttare qualsiasi talento questi nascondano.

È importante considerare che l’intelligenza emotiva non è sinonimo di empatia: quest’ultima rappresenta la capacità di comprendere gli stati emotivi altrui e reagire di conseguenza con una risposta attinente ad essi. L’intelligenza emotiva è un qualcosa di più grande, che comprende l’empatia, insieme ad altre capacità (quelle citate in precedenza).

A differenza dell’intelligenza come comunemente la conosciamo, l’intelligenza emotiva non è tuttora misurabile; non esistono test al mondo in grado di attribuire un punteggio a questa competenza e probabilmente non esisteranno mai, in quanto le sue componenti (empatia, controllo delle emozioni, ecc..) sono oggettivamente misurabili tramite l’osservazione più che tramite testistica.

Nonostante questo non possiamo affermare che questi due tipi di intelligenza siano opposti, ma soltanto diversi, separati; cosi come sono diversi anche i tipi di intelligenza in base al sesso. Gli uomini con un alto QI sono caratterizzati da grandi interessi e capacità intellettuali, sono ambiziosi, produttivi, ostinati e non si lasciano fermare da preoccupazioni o problemi, ma nelle relazioni si sentono spesso a disagio, sono molto critici, distaccati emotivamente e freddi; uomini invece con una grande emotività sono molto equilibrati e coerenti nelle relazioni, poco soggetti ad ansia o a pensieri rimuginanti, sono altruisti e comprensivi, sono molto spesso a loro agio con se stessi, con gli altri e con l’universo in generale.

Queste persone spesso sono coloro che credono (o si sentono molto vicine) alle religioni orientali come il buddismo o l’induismo.

Le donne con QI elevato sono intellettualmente molto sicure di se stesse, esprimono spesso i loro pensieri e hanno una grandissima gamma di interessi intellettuali ed estetici, sono molto introspettive e soggette ad ansia, e non raramente trattengono l’espressione delle emozioni (solitamente quelle tendenti alla rabbia, tristezza e collera). Le donne emotivamente intelligenti, invece, sono molto sicure di sé stesse esprimendo spesso anche sentimenti in modo diretto e nutrendo pensieri molto positivi riguardo se stesse. Come gli uomini emotivamente abili, sono estroverse e gregarie, e si adattano bene allo stress.

Questo equilibrio sociale le aiuta a creare e stabilire legami stabili e ad essere allegre e aperte alle esperienze della vita.

Come sviluppare l'intelligenza emotiva e migliorare se stessi?

  • ASCOLTA TE STESSO: è importante non sottovalutare il modo in cui ci sentiamo; accettare le nostre emozioni (anche quelle negative) non è sinonimo di debolezza. Anzi! Coloro che sanno accettarsi hanno il grande potere di intravedere i propri punti di forza e di debolezza e lavorarci su, affinchè possano essere utilizzati a vostro vantaggio. Regalatevi qualche minuto per chiedervi “Come mi sento?”
  • NON GIUDICARTI: via il pensiero negativo e quella vocina che dentro la nostra testa funziona come un giudice pronto ad emettere sentenza! Chiediti piuttosto da cosa nascono i tuoi stati d’animo, perché si sono manifestati e lasciale scorrere. Bloccarle e non esprimerle è solo un’occasione persa per conoscere meglio te stesso.
  • AUTO-MOTIVATI: elimina tutti i pensieri che nella tua mente iniziano con “Non…”, e inizia a sostituirli con “Io posso…”. Potresti scoprire di avere dei talenti finora nascosti, le tue capacità di fare qualcosa potrebbero migliorare, potresti essere d’esempio per molti meno coraggiosi di te.. ricorda che non c’è miglior chiave che la volontà per aprire una porta!
  • TIRATI SU: il pianto può abbassare i livelli delle sostanze chimiche che innescano la sofferenza a livello cerebrale, ma se questa strategia rinforza i pensieri rimuginanti in riferimento al dolore e alla sofferenza questo non fa altro che prolungare l’infelicità. Anche questa deve essere una capacità dell’”intelligentemente emotivo”. Ciò che può distrarci dai nostri pensieri negativi e funzioni efficacemente, sono gli eventi che ci modificano l’umore: un’attività sportiva, piaceri sensuali (cibo, musica, film…) o programmarsi un piccolo obiettivo raggiungibile e fattibile che può essere stato rimandato da tempo.
  • SII FIERO DI TE STESSO: come Benjamin Franklin scriveva i suoi pensieri sull’andamento della giornata, riflettendo su cosa aveva fatto per avvicinarsi sempre di più ai suoi obiettivi, tu puoi fare lo stesso, sentendoti fiero di aver utilizzato le tue ore in modo produttivo. Se hai seguito i 4 punti precedenti, non c’è nessun motivo di non sentirsi fieri di se stessi.

La felicità è un traguardo che si può raggiungere con costanza, pazienza e tranquillità; avere fretta di arrivare al traguardo può farci saltare dei passaggi importanti che si ripercuoteranno sul nostro umore, la nostra salute e sulla felicità stessa.

Le emozioni sono uno strumento importante, da non da sottovalutare: poniamo tanta importanza ad esse quando sono fortemente espresse, durante un evento carico di gioia oppure in un momento di tristezza assoluta. Le vediamo più come una conseguenza, il risultato finale (quando siamo felici per un’esperienza positiva o quando siamo tristi per un evento poco felice), ma possiamo imparare a considerarle anche come il mezzo per poter raggiungere i nostri obiettivi.

Vista in un’ottica metaforica le emozioni possono essere considerate scudo e spada allo stesso tempo: le usiamo per difenderci e anche per passare all’azione. Nella guerra contro noi stessi, le emozioni possono salvarci o portarci verso il baratro: sta a noi decidere l’esito della nostra storia.