In Francia alcuni giorni fa è scoppiata un'epidemia di Salmonellosi tra neonati a causa di partite di latte in polvere infetto. Il latte, di marchio Lactalis, ha messo sotto accusa la compagnia, un gruppo industriale francese che commercializza, su scala multinazionale, prodotti dell'industria lattiero-casearia. La superficialità dei controlli e diversi errori di lavorazione e valutazione hanno determinato il diffondersi del ceppo di Salmonella chiamato "salmonella Agona" nelle confezioni di latte destinato ai lattanti. Sono stati quasi 40 i bambini colpiti in Francia, in Grecia ed in Spagna, ma probabilmente ci sono stati altri casi non saliti agli "onori" delle cronache, dal momento che il batterio patogeno è stanziato nello stabilimento di produzione dal 2005.
Già allora era stata individuata nella sede di produzione l'origine di un altro focolaio d'infezione che aveva coinvolto 141 bambini. Il collegamento tra i 2 casi è stato accertato dalle analisi svolte dall’Istituto Pasteur, che ha riscontrato anche stavolta la presenza dello stesso ceppo di Salmonella.
Uno stabilimento contaminato
Nel 2005, l'anno della prima epidemia, lo stabilimento era di un'altra azienda, la Celia, che l'anno dopo lo cedette alla Lactalis. La struttura era fatiscente e priva dei requisiti oggi richiesti per un impianto di produzione alimentare: presentava locali ricoperti di piastrelle, dotati di angoli e superfici porose dove i microorganismi possono comodamente proliferare.
La Salmonella è capace di rimanere quiescente per anni se in situazione non ottimale per la sua riproduzione, ma può svegliarsi quando le conizioni ambientali lo permettono. Un anno fa lo stabilimento ha subito lavori di ristrutturazione che hanno coinvolto la pavimentazione degli impianti di essicazione, e da quel momento la recrudescenza del batterio ha portato alla contaminazione dei prodotti alimentari.
Un altro errore è stato sottovalutare le linee di sicurezza basate sul sistema HACCP, che regolano il sistema di produzione, soprattutto per quanto concerne gli alimenti. Per l'azienda francese la produzione del latte in polvere per lattanti è iniziata con l'acquisizione della fabbrica senza la preparazione adatta per il tipo di prodotto.
Un latte destinato ai bambini deve seguire le medesime misure di sicurezza adottate per gli alimenti per l'infanzia prodotti dalle industrie farmaceutiche.
I lotti ritirati
La produzione dell'impianto sotto accusa ora è bloccata e tutti i lotti ivi prodotti dall'anno scorso sono stati richiamati dall'allerta alimentare sperando in un totale ritiro, che sarà difficoltoso dato che le confezioni distribuite sono oltre 12 milioni in 67 Paesi. Anche la decontaminazione del batterio non sarà facile dal momento che occorrono particolari misure igieniche e speciali operazioni di pulizia perchè la Salmonella è particolarmente persistente e resistente. Resiste anche ai disinfettanti più comuni e a condizioni ambientali sfavorevoli.
La Lactalis afferma di aver eseguito gli usuali cicli di pulizia straordinaria ed addossa la colpa al laboratorio di analisi che testa a campione i prodotti aziendali; ma non è facile riscontrare la presenza di un patogeno raro solo con i campionamenti standard, perchè una confezione può essere contaminata ed un'altra no. L'unica soluzione funzionale è prevenire la contaminazione osservando regole ferree nella gestione dei macchinarie del personale, nonchè degli ambienti stessi e del circuito di aerazione.