La calvizie tutto sommato può considerarsi un fenomeno fisiologico nella vita di un uomo. Soprattutto dopo una certa età è molto comune infatti vedere uomini senza capelli. Tuttavia se la perdita dei capelli invece riguarda giovani che cominciano a perderli già dall'età di 20 anni allora l'impatto può essere ben diverso, perché a quell'età tuti i ragazzi hanno i capelli e quindi il confronto con i propri coetanei può generare problemi di autostima e anche ansia e depressione. Inoltre sebbene la calvizie, in particolare l'alopecia androgenetica riguarda gli uomini, anche le donne possono esserne colpite.
Calvizie: la tecnica Prp
Intanto riguardo ai trattamenti per contrastare questo problema vi sono delle importanti novità. A darne notizia è Antonino Di Pietro, che è Direttore dell'Istituto Dermoclinico Vita Cutis di Milano, che ha rilasciato una intervista al quotidiano La Stampa. Il medico intanto sottolinea che nel caso dell'alopecia androgenetica si assiste a una progressiva miniaturizzazione del capello per cause sia genetiche che ormonali. In particolare a risultare danneggiate sono le cellule germinali da cui origina il bulbo. In questo senso i nuovi trattamenti mirano proprio a ripristinare l'attività di queste cellule. Tra il più discusso abbiamo il Prp - Plasma ricco di piastrine, che consiste nell'iniettare nel cuoio capelluto un concentrato di fattori di crescita che derivano dal plasma sanguigno.
Alcune ricerche a livello internazionale hanno dimostrato che una cura a base di Prp si è rivelata efficace nell'80% dei pazienti che hanno ottenuto una riscrescita sostanziale, mentre in altri casi non si è assistito ad alcun risultato. Di Pietro in questo senso sottolinea che a fare la differenza può essere la preparazione usata per estrarre i fattori di crescita dal plasma sanguigno.
Pertanto la raccomandazione del dottore è di rivolgersi sempre a centri specializzati e riconosciuti per questo tipo di trattamento che in alcune regioni del nostro paese devono essere autorizzati previa via libera da parte di un centro trasfusionale ospedaliero. Di Pietro avverte anche che questa terapia fornisce i risultati migliori nelle fasi iniziali della calvizie perché se l'alopecia è in fase avanzata i bulbi risultano atrofizzati.
Calvizie: nuove frontiere
L'ultima frontiera nella lotta alla calvizie è rappresentata dalla medicina rigenerativa e dall'impiego di cellule staminali prese dalla pelle per stimolare la crescita dei capelli. In questo caso però siamo ancora in una fase preliminare, per cui ci vorranno ancora anni prima che queste tecniche possano tradursi in un trattamento concreto.