L'associazione tra cellulari e tumori è stata dimostrata da uno studio che ha avuto inizio dal 2005. Si tratta della più grande ricerca mai effettuata per quanto riguarda le radiazioni e le radiofrequenze, condotto dall'Istituto Ramazzini con il finanziamento dei fondi regionali, della Protezione Elaborazioni Industriali, Inalil e Arpae. Il verdetto è però arrivato solo adesso e quanto emerso ha destato parecchia preoccupazione.
I risultati della ricerca
I risultati della ricerca effettuata su radiazioni e radiofrequenze dei ripetitori ha rivelato che questi elementi con molta probabilità sono la causa di tumori molto rari.
I risultati sono apparsi all'interno della rivista internazionale che prende il nome di 'Environmental Research'. Una lunga esposizione a campi elettromagnetici come quelli prodotti da un cellulare potrebbe portare a delle conseguenze molto gravi per la salute dell'essere umano.
2.448 ratti del tipo Sprague-Dawley sono stati analizzati dopo l'esposizione a delle radiofrequenze monto inferiori rispetto a quelle di uno studio delle stessa entità. I risultati però sono stati completamente identici, dato che sono stati riscontrati gli stessi tipi di tumore nei ratti. Nel dettaglio, sono stati identificati degli aumenti degli schwannomi maligni, cioè dei tumori rari alle cellule nervose del cuore.
Le parole di Ramazzini
Ramazzini ci tiene a precisare che sono state ritrovate anche altri tipi di lesioni nei ratti, come l'iperplasia delle cellule di Schwann e i tumori al cervello ( più frequenti nei ratti femmina). La direttrice dello studio Fiorella Belpoggi ha spiegato che i ratti sono stati sottoposti a delle radiazioni uguali a quelle emanate dalle antenne dei cellulari per 19 ore giornaliere fin dall'età prenatale e cioè quando i ratti erano ancora nella pancia delle loro madri.
Nel suo studio Ramazzi ha eguagliato l'esposizione a radiazione dei ratti a quelle dell'essere umano nell'arco della sua vita.
Si è poi scoperto che i risultati erano uguali a quelli di uno studio proveniente dagli Stati Uniti che dimostrava l'aumento del tumore al cuore ed al cervello. Belpoggi ha specificato che la coincidenza dei risultati statunitensi e quelli italiani non possono essere solo una semplice casualità e che dunque è il caso di rivedere la classificazione delle radiofrequenze definendole probabili cancerogene. Belpoggi afferma inoltre che è necessario prendere delle precauzioni affinchè i cellulari non diventino il prossimo tabacco o amianto.