Una delle tante malattie che non si manifesta in maniera lampante è il glaucoma. A confermare tale tesi sono alcuni recenti studi statistici, dai quali è emerso che almeno il 50% delle persone rientranti nel campione non sapevano di averlo. Per questo motivo, diviene di fondamentale importanza dare maggiori informazioni a riguardo, con l'obiettivo di riuscire a diagnosticare in tempo patologie oftalmologiche di questo tipo.

Che cos'è il glaucoma

Con il termine glaucoma si indica una patologia che va a colpire in maniera degenerativa entrambi gli occhi e che va creare un danno irreparabile, soprattutto se non diagnosticata in tempo.

Nella peggiore delle ipotesi, le lesioni che si vanno a creare all'organo visivo possono portare anche all'ipovisione e alla cecità. Gli esperti in oftalmolgia conoscono la gravità della malattia e spingono sul fatto che sono necessari controlli periodici, soprattutto in virtù del fatto che nella maggioranza dei casi è asintomatica. Per questo motivo, non si hanno delle manifestazioni lampanti che possano far capire che si tratta di glaucoma; al contrario, possono esserci solo ed esclusivamente dei piccoli segnali ai quali bisogna prestare particolare attenzione. Man mano che la malattia progredisce, la percezione del campo visivo del soggetto tende a mutare, in quanto da avere un'ottica ampia si arriva a perdere l'intera zona periferica: si viene così a creare la cosiddetta visione tubolare.

A seconda poi della gravità e dei danni che si manifestano, si possono individuare diverse tipologie di glaucoma, tra cui quello ad angolo aperto, ad angolo chiuso e congenito.

Cosa provoca il glaucoma

Così come avviene per la maggior parte delle malattie, anche il glaucoma può manifestarsi in presenza di particolari fattori.

Innanzitutto questi possono essere legati ad altri casi registrati all'interno della famiglia: chi ha un legame di famigliarità con un soggetto affetto da glaucoma, corre un rischio fino a 10 volte maggiore. Inoltre è di fondamentale importanza quella che in oftalmolgia viene chiamata pressione oculare, ossia la quantità di liquido prodotta all'interno dell'occhio; se questa è elevata, le probabilità aumentano inevitabilmente.

Tra i fattori di rischio vi sono anche l'età, in quanto le casistiche mettono in mostra una maggiore manifestazione del glaucoma a partire dai 40 anni; ed altre patologie come il diabete e l'ipertensione.

Come riconoscerlo e le nuove cure

Gianluca Manni, direttore della Clinica Oculistica e del Centro glaucoma al Policlinico Universitario Tor Vergata, ha sottolineato nel Congresso di Milano come molto spesso il glaucoma è presente ma il soggetto affetto non ne è a conoscenza: questo perché i danni iniziali sono così lievi da non creare una percezione immediata della malattia. In virtù di ciò, è bene prestare attenzione ai piccoli segnali. Tra i sintomi più comuni ci sono: gli aloni intorno alla luce, il dolore oculare, l'arrossamento degli occhi e l'aumento del volume oculare (buftalmo).

Come spiegato in precedenza, in caso di glaucoma, diventa di fondamentale importanza diagnosticare la malattia in tempo, perché adesso sono state messe a punto nuove cure che permettono di bloccare l'avanzamento delle lesioni. A spiegarlo è stato Stefano Miglior, presidente del II Congresso Internazionale dell'Associazione Italiana per lo studio del glaucoma (AISG): ''La vera grande novità è poter curare il tipo di glaucoma ad angolo chiuso con lo stesso intervento che si esegue per la cataratta'', ha spiegato durante il Congresso di Milano, che si terrà fino al 17 Marzo 2018. Grazie all'introduzione di piccole cannule, si riesce a ristabilire la pressione oculare standard; sfortunatamente, sono cure che costano molto, ma si pensa che presto giungeranno in campo medico nuove ed efficaci terapie.