Milano, madre e figlia hanno tentato il suicidio: la madre, di 90 anni, non è riuscita a sopravvivere, mentre la figlia, 56 anni, è stata salvata in tempo. Quest'ultima ha raccontato di aver deciso insieme alla mamma, anche lei sotto cure mentali, di suicidarsi ingerendo barbiturici. La donna ha già fornito la propria dichiarazione alle forze dell’ordine e le analisi scientifiche svolte presso l’abitazione sembrano dar credito alle dichiarazioni fatte dalla figlia.
Il suicidio ha diverse forme e caratteristiche, nonostante siano tutte centrati sull’obiettivo finale di smettere di vivere perché la vita non è ciò che si desidera.
In particolare, il suicidio assume forme diverse nei diversi quadri psicopatologici: le differenze più eclatanti si ritrovano nel caso del suicidio depressivo, del suicidio narcisistico e del suicidio borderline.
Il suicidio depressivo
La Depressione è un disturbo dell’umore, presentato nel DSM5, che si presenta con sintomi ben precisi: tono dell’umore molto basso per almeno sei mesi, apatia, mancanza di obiettivi e di volontà, perdita totale di interesse per attività ritenute sempre piacevoli e stimolanti, chiusura della rete sociale, abulia e costante pensiero di morte e suicidio. La depressione porta i soggetti affetti a vedere il mondo che li circondo in modo monocromatico, spesso di colore nero e grigio, per cui non ritrovano più la forza che li possa spingere a vivere, a ritrovare i colori della vita.
Nel loro caso, il suicidio viene visto come una liberazione dal dolore e dall’appiattimento emotivo di cui sono prigionieri, la loro attività mentale è centrata sul fatto che non ci sia altra soluzione di fuga, sono vittime di un peso che si portano sulla testa e che non sono in grado di cacciare via. Il suicidio depressivo non viene quasi mai verbalizzato, lo organizzano in silenzio, non ne fanno parola con nessuno e spesso viene visto dagli altri come un fulmine a ciel sereno.
Questo ha una possibile spiegazione nel fatto che gli aspiranti suicidi non vogliono essere distolti dal loro obiettivo, non vogliono essere un peso per gli altri perché si sentono poco meritevoli delle attenzioni altrui. È proprio per questo motivo che le modalità di suicidio non sono eclatanti, avvengono spesso per assunzione di medicinali, barbiturici e antidepressivi in particolare.
Il suicidio borderline
La situazione borderline è una situazione molto delicata in quanto sono soggetti che vivono una vita al limite, tra sofferenza eccessiva e felicità esasperante, relazioni altamente soddisfacenti e altre altamente tossiche, emozioni molto intense alternate ad altre più superficiali, tutto in un’oscillazione di momenti abbastanza brevi. Oggi sono esasperatamente contenti e il giorno dopo possono vivere uno stato di profonda svalutazione. Capita a tutti di avere momenti sì e momenti no, ma in questa situazione patologica il loro cambiamento repentino è dovuto ad un’alterazione di varie componenti psicologiche, quali l’esame della realtà e il concetto di Sé.
Vivono in una costante situazione di distacco della realtà, vivono la giornata, ma non percepiscono di essere loro stessi a vivere quella giornata, vivono la propria vita da spettatori passivi, non credono di essere in grado di avere alcuna influenza sugli avvenimenti della propria vita, non considerano la realtà per ciò che è e perciò non riescono a calibrare le loro emozioni e le conseguenze delle proprie azioni.
Spesso, questi soggetti affermano di oscillare da momenti in cui si sentono euforici, a momenti in cui non sanno se sono vivi.
Questa oscillazione li porta a sviluppare pensieri di morte in modo costante e disfunzionale. Il proprio suicido viene visto non come modo per fuggire dalla sofferenza della loro condizione relazionale e psicologica, ma come un modo per testare la propria esistenza. Nei loro pensieri sostengono che con la propria morte possono realmente rappresentarsi la propria esistenza, la reale vita di quel corpo, il fatto che proprio quel corpo è il loro. Tutto ciò, prima del suicido, spesso li porta ad attuare comportamenti autolesivi per testare il controllo sul proprio corpo e successivamente si raggiunge il gradino del suicidio, come massima espressione della volontà di testare la propria essenza e identità, che a causa del quadro patologico, è fortemente compromessa.
Il suicidio narcisistico
La condizione narcisista è altamente subdola perché non viene spesso riconosciuta e viene spesso scambiata per semplice esaltazione di sé. Il disturbo narcisistico è caratterizzato dalla presenza di caratteristiche tutto sommato equilibrate, come l’alta autostima, esaltazione di sé, elevata autoefficacia, ma che nasconde una profonda instabilità emotiva e dell’autostima, che porta i soggetti a ricercare costantemente conferme della propria superiorità nel mondo relazionale e non accettano nessuna critica o nessun ostacolo, perché viene visto come un modo per ostacolare o per smascherare la loro grandiosità.
Il loro esame della realtà distorto li porta a vedere se stessi come grandiosi e perfetti, mentre il mondo, le relazioni e la quotidianità vengono viste come una cornice che potrebbe mettere in crisi la loro superiorità.
Questa loro distorsione nel percepire la realtà li porta inevitabilmente a considerare il mondo come luogo inadatto alla loro potenzialità, come una gabbia in cui non possono esprimersi appieno e come un luogo da cui fuggire. Percependosi come superiori a tutti e a tutto, pensano che il suicidio sia un modo coraggioso di esprimere il loro dissenso per il mondo in cui vivono, per sottolineare la mediocrità degli altri e la propria grandiosità.
Il suicidio viene quindi visto come il miglior modo per presentare se stessi come dei martiri, degli eroi che si contrappongono all’insufficienza della vita. È un modo estremizzato per contrastare l’idea della morte, vogliono dimostrare di avere il controllo della propria vita e di conseguenza della propria morte.
Sfidano la morte improvvisa, considerata come evento naturale, organizzando la propria uscita dal mondo: con il proprio suicidio dimostrano di avere una superiorità e un controllo anche nei confronti della morte, percepito come evento scorretto e contrapposto alla propria volontà di vivere.
Per questa loro mania di grandiosità, il loro suicidio viene spesso effettuato in modo eclatante: cercano di attirare l’attenzione su di sé, scelgono modi bizzarri e particolari, cruenti molto spesso. Rendono il proprio suicidio un evento da teatro, in cui tutti gli altri devono ammirare la grandiosità del gesto e della presa di coraggio. #Superuovo