Nuovo successo nel campo dei trapianti per la medicina italiana. E’ stata realizzata in Italia, per la prima volta al mondo, una catena cross-over di Trapianto del rene innescata da un donatore cadavere. L’eccezionale intervento è stato realizzato presso l’Azienda Ospedaliera dell’Università di Padova e a darne notizia è stato il direttore del Centro Nazionale Trapianti, Alessandro Nanni Costa, che ha sottolineato come la straordinaria tecnica messa in pratica presso l’ospedale veneto aumenterà notevolmente le disponibilità di organi da trapiantare.

Trapianto di rene tra incompatibili da donatore cadavere

Quella attuata dall’equipe del centro trapianti di rene dell’Ospedale di Padova è una tecnica denominata cross-over che consente di effettuare trapianti tra coppie di donatore e ricevente incompatibili. Normalmente questa tecnica viene utilizzata incrociando le incompatibilità immunologiche di una coppia donatore-ricevente con un’altra coppia nelle stesse condizioni. L’eccezionalità dell’interveto effettuato in Italia sta nel fatto che, per la prima volta al mondo, la catena cross-over è stata avviata utilizzando un donatore cadavere. Nello specifico, un paziente in lista d’attesa ha ricevuto, nella giornata di ieri, un rene da un donatore deceduto mentre, successivamente, sarà prelevato il rene, per lui incompatibile, della donatrice vivente.

Alla realizzazione dell’intervento hanno contribuito il ricercatori del centro interregionale di immunogenetica NIT di Milano in collaborazione con gli specialisti del laboratorio regionale di immunogenetica dell’Ospedale di Camposampiero.

Nuove speranze per chi è in lista di attesa per un trapianto di rene

Il ricorso a donatori cadavere, ha commentato Nanni Costa, accrescerà le possibilità di sottoparsi al trapianto renale per i pazienti immunizzati che posseggono, cioè, anticorpi specifici che ne rendono difficile la ricezione da un donatore vivente.

Una incompatibilità che è stata brillantemente superata grazie ai medici italiani e che consentirà di aumentare almeno del 50 per cento le probabilità di trovare un donatore compatibile.

Il successo dell’iniziativa è stato reso possibile da una lunga analisi su ogni aspetto legato alle problematiche etiche derivanti dall’uso di un donatore cadavere e quelli legati allo studio sull’efficacia dell’intervento.

Una preparazione durata 18 mesi nei quali sono stati coinvolti anche un matematico dell’Università di Padova, al quale è stato chiesto di mettere a punto un algoritmo per l'ottimizzazione delle catene di cross-over, e il Comitato Etico della Regione Veneto al quale, al pari del Comitato di Bioetica e dell’Associazione pazienti, è stato richiesto un parere favorevole allo studio.