Ebola: in Africa ritorna l'incubo, dopo l'epidemia che fra il 2014 e il 2016 ha tenuto tutto il mondo con il fiato sospeso. Nella Repubblica democratica del Congo, infatti, dall'inizio di maggio sono stati segnalati circa 45 casi di ebola, di cui tre fra i sanitari che operano in zona. L'epidemia sarebbe scoppiata nelle zone rurali, per raggiungere poi la città di Mbandaka, centro urbano di ben 1,2 milioni d'abitanti. Secondo la Bbc online proprio a Mbandaka, sarebbero già stati confermati 4 casi. Il timore più grande, è che la malattia possa raggiungere la capitale del Congo, Kinshasa, e i centri urbani limitrofi.

Si tenta la strada del vaccino

Per arginare il diffondersi della malattia, il governo del Congo ha deciso di tentare la via del vaccino sperimentale, in accordo con l'Oms. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha inviato in loco più di 4000 dosi e altre saranno inviate in seguito. La campagna di vaccinazione partirà dagli operatori sanitari e dal personale addetto alle pompe funebri, i soggetti maggiormente a rischio di contagio. La vaccinazione sarà poi estesa ad almeno altre 500 persone che potrebbero essere state vicino a chi è già stato colpito da Ebola.

Il vaccino che sarà usato in Congo è prodotto dall'azienda farmaceutica Merkel e non è ancora stato approvato. E' stato utilizzato per la prima volta in Guinea, nel corso dell'epidemia di Ebola che ha messo in pericolo l'Africa Occidentale negli anni scorsi.

In quell'occasione la vaccinazione si è dimostrata efficace, in quanto quasi tutti gli individui vaccinati non hanno contratto il virus, come spiega Michel Yao dell'Oms.

La campagna di vaccinazione dovrà confrontarsi con alcuni importanti ostacoli. Innanzitutto, dal momento che il vaccino utilizzato non è ancora stato autorizzato, sarà necessario il consenso informato dei pazienti.

Per questo sarà necessario coinvolgere traduttori che potranno agevolare la comunicazione fra gli addetti ai lavori e i locali. Un'altra importante criticità riguarda la conservazione dello stesso. La conservazione del vaccino richiede temperature molto basse, fra i -60 e i -80 gradi centigradi, ed un eventuale interruzione di corrente elettrica potrebbe compromettere la campagna di immunizzazione. Le prime dosi pervenute a Mbandaka sono già state inviate nelle zone rurali dove il focolaio è maggiormente diffuso. Secondo l'Oms per il momento non ci sono rischi per la comunità internazionale.