ll Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha recentemente dichiarato di essere favorevole e di sostenere il Congresso per porre fine al divieto federale sulla legalizzazione della marijuana, o per lo meno a rivedere profondamente la legge: questo secondo Trump potrebbe essere d'aiuto al superamento dei cavilli burocratici che impediscono ai ricercatori e agli scienziati di condurre esperimenti sui benefici della cannabis medica nei pazienti oncologici. Tra gli scienziati che premono per una revisione in modo che gli studi possano essere più pertinenti c'è il dr.

Nick Spirtos, oncologo presso il Women's Cancer Center del Nevada, che ha dichiarato in una intervista a Fox News: "Dobbiamo essere molto attenti nel modo in cui definiamo i benefici della cannabis medica, perchè ci sono stati pochi studi randomizzati e controllati, basati sul placebo in chi usa marijuana medica".

ll dottor Spirtos è del parere che, per alcune malattie e in specifiche condizioni patologiche, i pazienti potrebbero trarre assoluto beneficio dall'uso della sostanza, particolarmente i pazienti oncologici che devono affrontare disturbi legati al dolore cronico, all'anoressia e alle conseguenze della chemioterapia, e insiste sull'importanza degli studi in proposito. Stessa posizione per il dr.

Andrew Epstein, oncologo al Memorial Sloan Kettering Carcer Center di New York ed esperto nella cura del paziente affetto da carcinoma, il quale sostiene che, seppur la quantità di informazioni è ancora iniziale, è certamente in evoluzione: la cannabis medica potrebbe essere infatti un supporto preferenziale in campo oncologico.

Gli studi sulla cannabis dimostrano che può essere di grande aiuto nelle terapie antitumorali

Gli studi di Spirtos sono attualmente mirati a colmare le lacune sulla conoscenza in campo medico nei riguardi della cannabis terapeutica: la grande difficoltà, secondo l'oncologo, viene rappresentata dagli stereotipi e dai regolamenti attuali che rappresentano un grande ostacolo per gli studi scientifici sull'applicazione della cannabis in campo medico.

In merito ai pazienti oncologici Spirtos afferma: "Queste persone non cercano droghe. Queste sono persone reali con problemi reali che sono alla ricerca di un'alternativa che potrebbe essere più efficace".

Alcuni medici ricercatori stanno infatti esaminando la possibilità che la cannabis medica sia una valida alternativa agli oppiacei, mentre un recente rapporto di "JAMA - Internal Medicine" ha riscontrato una riduzione del 14% nelle prescrizioni di oppiacei per la terapia del dolore negli Stati che consentono un facile accesso alla marijuana medica.

Spirtos ha anche presentato il proprio studio alla riunione annuale dell'ASCO (American Society of Clinical Oncology), con la produzione propria di uno sciroppo a base di marijuana: lo sciroppo è stato sviluppato da Spirtos utilizzando una combinazione di THC e CDB (cannabinoide e cannabidiolo) ed è stato somministrato a venticinque pazienti con uso cronico di oppiacei, ogni 4-6 ore, somministrando loro gli oppiacei solo quando il dolore era insopportabile.

"Abbiamo dimostrato che c'è stata una diminuzione significativa di quasi il 75% su tutta la linea, con sei pazienti che hanno completamente eliminato i loro oppiacei" ha dichiarato il medico.

La cannabis sta dimostrando di essere un'acerrima nemica del cancro: alcuni studi condotti dai ricercatori hanno dimostrato che le sostanze contenute nella pianta sono capaci di rallentare lo sviluppo delle cellule tumorali e di trattare non solo il dolore nelle fasi della malattia, ma anche la malattia stessa. Sebbene la marijuana sia tuttora in buona misura illegale, cosa che rende gli studi più difficoltosi, la comprensione scientifica della cannabis e il suo ruolo nel trattamento del cancro come coadiuvante nella chemioterapia sembra essere sempre più innegabile.