Le ultime giornate sono state caratterizzate delle indiscrezioni sull'innovativa terapia CAR-T, una nuova tecnologia usata per curare le malattie ematologiche. Quella della quale si è parlato è di certo una novità assoluta: la scienza sostiene che per curare un paziente si può modificare il suo sistema immunitario anziché fornire un farmaco, oltretutto lo stesso che viene dato ad altri pazienti, per combattere il tumore. Un'enorme novità, che concretamente ha già prodotto effetti in quei casi che non reagiscono alle classiche cure. Una pecca della nuova CAR-T?

È costosa, fa parte di un processo complesso e dunque non può essere usata da tutti, specie perché comporta anche rischiosi effetti collaterali.

Il prezzo è inarrivabile per molti

Il Tisagenlecleucel negli USA può essere acquistato alla modica cifra di 475 mila dollari, cosi come conferma il Corriere della Sera. La riuscita della nuova tecnica è si alta (circa 82,5%) ma per il prezzo che bisogna sborsare, e per le possibili complicazioni, la nuova tecnologia attira a sé numerosi dubbi: quando costerebbe il tutto se dovessero sorgere altre complicazioni che comporterebbero nuovi interventi medici? In pratica, la nuova tecnica potrebbe essere usata da chi è si malato, ma non ha altre situazione rischiose, come ad esempio l'età, altri tumori connessi, che potrebbero ostacolare la sopportazione degli effetti collaterali, i quali arrivano prima degli effetti positivi.

Un altro dato da evidenziare è il fatto che, nel 42% dei soggetti testati, la malattia si è ripresentata entro l'anno, sempre stando a ciò che conferma il Corriere della Sera.

C'è da precisare inoltre che il trattamento della terapia CAR-T deve essere somministrato per infusione, in un processo che va a riprogrammare le cellule del sistema immunitario.

Per tale motivo, qualora si decida di essere sottoposti alla nuova tecnologia, il paziente dev'essere controllato da cima a fondo, onde evitare che determinate neoplasie, specie le più aggressive, portino ad effetti indesiderati peggiori di quelli della buona riuscita del trattamento terapeutico stesso.

La nuova tecnologia potrebbe arrivare in Italia

L'EMA ha già affrontato l'argomento, e lo stesso farà l'Agenzia Italiana per il Farmaco, al quale va l'onere di stabilire se conviene far entrare il CAR-T nel nostro SSN. Potrebbe essere un investimento decisivo per lo sviluppo del nostro sistema sanitario, specie perché ad oggi il trattamento potrebbe essere applicato su un numero ristretto di pazienti, il che potrebbe dunque, almeno per un primo momento, ridurre i costi in maniera corposa. Il problema starebbe al momento della sua diffusione: se la nuova tecnologia per combattere i tumori funzionerà, arriveranno nuove richieste e non è detto che l'SSN riesca a sostenere il tutto. Andare negli USA per farsi sottoporre al trattamento può essere una soluzione, ma non è detto che ciò sia di facile realizzazione.