La tecnologia e la scienza vanno sempre più di pari passo, un team di medici è riuscito a installare con successo una protesi meccanica altamente tecnologica a una donna italiana. Non si tratta di un semplice arto meccanico ma di un vero e proprio prolungamento corporale grazie alla connessione diretta con i neuroni del cervello che le ha regalato il dono della percezione sensoriale.

Donna italiana indossa una mano bionica percettiva

La mano bionica da ora in poi donerà a Loretana le sensazioni di un vero e proprio arto naturale, grazie alla connessione tra protesi e sistema nervoso.

La donna, una delle prime al mondo ad aver provato una sensazione simile, la descrive come incredibile: "Per la prima volta ho percepito la protesi come un prolungamento naturale del mio corpo e non come parte esterna". Il tutto si è realizzato grazie a uno studio internazionale che, tramite ricerche e test scientifici, è riuscito a far dialogare la protesi esterna con il sistema nervoso centrale dando così la sensazione di avere una vera mano. Le informazioni passano dalla mano bionica al cervello, e viceversa, grazie a impulsi elettrici. La ricerca ha coinvolto diversi istituti, italiani e non, tra cui la Scuola superiore Sant'Anna di Pisa e la Fondazione del Policlinico universitario del Gemelli di Roma.

Qualche tempo fa, all'inizio di quest'anno, già un'altra donna italiana sperimentò la mano robotica fuori dai confini del laboratorio: Almerina Mascarello. La donna indossò l'impianto per sei mesi, utilizzando la protesi durante la vita quotidiana: "È quasi come se fosse tornata di nuovo" rivelò.

Le protesi della mano sono sempre più frequenti ed è una pratica che ormai viene eseguita sempre più spesso, la differenza è nella tecnologica.

E' proprio grazie all'ausilio delle nuove tecnologie che gli scienziati sono riusciti a connettere i tessuti corporei con sistemi elettrici e meccanici, la parte più difficile è proprio quella di ricreare sensazioni e movimenti naturali dell'arto.

Progetto finanziato dall'Europa

Silvestro Micera, docente incaricato della ricerca, ha commentato entusiasta la riuscita dell'operazione: i risultati del team di lavoro permetteranno di ottenere protesi sempre più efficaci e utilizzabili in maniera naturale senza la sensazione di indossare un corpo estraneo. La Commissione Europea è stata determinante nella ricerca, ha difatti finanziato interamente il progetto così permettendo alla Scuola superiore di Pisa di realizzare il loro sogno.