Il glifosato fa paura: il diserbante più venduto al mondo continua ad essere presente nei farinacei (pasta e preparazioni da forno) venduti in Europa e USA, nonostante la quantità sia, adesso, entro i limiti di legge. Una legge, però, che prevede la totale assenza di questo erbicida nelle colture di grano nella fase pre-raccolta, per esempio. E non ci si spiega come mai, in molti marchi di pasta italiana, se ne rilevi la presenza dando adito a fondate preoccupazioni.

Come da regolamento UE, infatti, l'utilizzo del diserbante deve essere interrotto in fase prossima alla raccolta al fine di favorire le operazioni di trebbiatura, esattamente come stabilito dal Reg UE 1313/2016.

Evidentemente disatteso.

La situazione in USA

Quanto reso noto dalla FDA americana (Food and Drug Administration) sono dati allarmanti: oltre il 60% del mais e della soia passati sotto il vetrino delle analisi sono stati trovati positivi a residui di glifosato e glufosinato.

I dati specifici parlano di eccessi che, seppur entro i limiti di legge, sottolineano come il glifosato sia più presente in agricoltura di quanto non si immagini. Le analisi di laboratorio effettuate da FDA dimostrano che sul 63% dei campioni di mais e sul 67% dei campioni di soia. sono presenti residui di glifosato. Il glufosinato, invece, è stato rilevato sull’1,4% dei campioni di mais analizzati e sull’1,1 % dei semi di soia.

La criticità della situazione si evince dalla evidenza che, negli ultimi 25 anni, l'EPA ha consentito ad aumentare la quantità di residui di glifosato in agricoltura 300 volte (fonte Ewg). Basti pensare che, nel lontano 1997 è stato concesso il primo aumento a 20 ppm poiché gli agricoltori utilizzavano il glifosato come disidratante sul finire della stagione.

Nel 2008 il livello tollerabile è stato portato a 30pp. Oggi, dopo 10 anni, il livello è di 300ppm consentite. Da 20ppm alle 300ppm attuali la differenza è rilevante.

La situazione in Italia

Il rapporto GranoSalus rilasciato di recente riporta nomi e marchi di produttori di pasta italiani i cui prodotti riportano un contenuto alto di glifosato.

Addirittura, sono stati rilevati valori percentuali di glifosato (il che lascia presumere un'attività di miscela tra i grani italiani e grani esteri) anche su pasta spaghetti la cui confezione riporta la dicitura "100% italiana". Difficile spiegarsi il risultato: o le leggi comunitarie sono state infrante, oppure è avvenuta davvero la miscela di grani esteri dove le leggi in merito hanno maglie più larghe (e meno salubri) di quelle europee.

Questo erbicida sintetico, infatti, è considerato velenoso, ma il suo impiego è considerato lecito. È un erbicida prodotto dal gruppo chimico-farmaceutico Monsanto ed è noto anche con il nome di Roundup. Era stato bandito dall'Italia con il suo voto contrario all'Unione Europea, la quale lo ha comunque autorizzato per un lustro nonostante il voto a sfavore dell'Italia e di altri 8 paesi comunitari.

Il dottor Francesco Balducci, esperto in medicina preventiva e Anti-Aging, spiega che il glifosato era stato giudicato "cancerogeno" dall'AIRC. Successivamente a pressioni dell’EDFA, l’organismo per la sicurezza alimentare della Ue, il glifosato è stato declassato a ‘probabilmente cancerogeno’. Gli studi indipendenti sulla sua pericolosità restano, in quanto pare che il glifosato sia un "distruttore del nostro equilibrio ormonale". Basti pensare che, nelle zone dove viene prodotto e utilizzato in maniera più massiva, vi sono problemi conclamati a carico del sistema ormonale e renale.