Uno studio molto importante sui tumori, pubblicato da Nature Medicine e realizzato a San Francisco, nell’università della California, potrebbe segnare una svolta epocale nella lotta contro il cancro. I ricercatori guidati da un italiano, il professor Davide Ruggero, hanno osservato che le cellule tumorali producono proteine specifiche che sono fondamentali per la crescita delle stesse cellule. In particolare la proteina denominata 'PD- L1' svolge un’azione di mimetizzazione e rende le cellule cancerogene invisibili al sistema immunitario. Questo permette al tumore di crescere e di diffondersi indisturbato.

L’equipe di Ruggero ha sviluppato un composto che sembra essere in grado di disattivare i meccanismi che rendono il tumore irriconoscibile al sistema immunitario e impediscono all’organismo di attuare meccanismi di difesa contro la malattia. I risultati di questi studi sembrano essere molto promettenti e rappresentano un nuovo capitolo e una svolta nella lotta contro il cancro.

La ricerca immunoterapica

Una parte della ricerca per la lotta contro il tumore si occupa dell’immunoterapia, cioè di un trattamento farmacologico che stimola il sistema immunitario a combattere la malattia, fornendogli i mezzi necessari per sconfiggerla. Da tempo ormai era nota una classe di farmaci - i cosiddetti inibitori del checkpoint - che bloccavano l’attività delle proteine cellulari e rendevano riconoscibili i tumori che in questo modo diventavano vulnerabili alla risposta del sistema immunitario.

Uno di questi si era dimostrato particolarmente efficace per bloccare questo meccanismo di 'invisibilità'. Il farmaco però non risultava in grado di agire su tumori particolarmente aggressivi come quello del fegato, del polmone o del colon.

Iniziata la sperimentazione sull’uomo

Gli studi effettuati a San Francisco, guidati dal ricercatore originario di Catanzaro, potrebbero offrire la soluzione per uccidere le cellule dei tumori, impedendo la produzione di quelle proteine che costituiscono un vero e proprio 'mantello' che permette al cancro di agire indisturbato.

In questo modo le cellule diventerebbero riconoscibili al sistema immunitario che potrebbe combatterle ed eliminare. Il composto è oggi in via di sperimentazione anche sull’uomo e in particolare sul tumore del fegato, ma potrebbe rivelarsi efficace anche contro altre tipologie di tumori molto aggressivi. Un buon passo avanti nella cura di questa terribile malattia.