In Francia l’omeopatia è stata messo letteralmente all’angolo. Questa estate la decisione del governo, in conformità al parere espresso dall’Alta Autorità di Salute (Has), di escludere totalmente i farmaci omeopatici dal sistema di rimborso pubblico. Ora il Consiglio nazionale dell’Ordine dei medici (Cnom) ha deciso, con effetto immediato, di vietare ai medici di qualificarsi con il titolo di omeopata. Tuttavia, la norma non è retroattiva, quindi chi già aveva questo titolo lo può continuare ad usare. Mentre in Italia, Roberto Burioni scrive un libro contro le pratiche omeopatiche.

La Francia dice no

Il governo francese questa estate, in conformità al parere espresso dall’Alta Autorità di Salute Has (Haute Autoritè de Santè), ha dichirato non più ammissibile il rimborso dei rimedi omeopatici dal Sistema Sanitario nazionale. Così il rimborso passava dal 30% al 15%, per l’anno in corso, e si annullava del tutto nel 2020.

Quest’anno, a fine marzo, le Accademia di Medicina e Farmacia francesi dichiarano: “Lo stato dei dati scientifici non consente di verificare i principi dell’omeopatia. Le meta-analisi non hanno dimostrato l’efficacia dei preparati omeopatici”. Di conseguenza l’omeopatia non solo non deve essere ammessa ai rimborsi per le spese sanitarie, ma nemmeno tra le materie di insegnamento delle facoltà di Medicina e Farmacia.

Era la prima volta che l’Accademia di Medicina francese prendeva una posizione così netta ed esplicita contro l’omeopatia. Non solo, si spingeva nel chiedere alle facoltà di Medicina, Farmacia e Veterinaria, il blocco del rilascio dei diplomi universitari in materia omeopatica, nemmeno come generica qualifica di “medicina alternativa”.

Ora il Consiglio nazionale dell’Ordine dei medici (Cnom) ha disposto, con effetto immediato, il divieto per i medici francesi di avvalersi del titolo di “omeopata”. Sia nella professione che nella docenza. Essendo il provvedimento “non retroattivo”, coloro che già hanno acquisito questo titolo potranno continuare ad usarlo.

Ma verrebbe da chiedersi, con quali risultati visto il vento contrario che ormai soffia contro questa pseudo-scienza?

In ogni caso, questa è a tutti gli effetti una decisione storica visto che è dal 1974 che in Francia l’omeopatia veniva riconosciuta ufficialmente come “un orientamento dell’attività professionale” e dal 1984 i medici potevano qualificarsi come “omeopati”, dopo aver acquisito il titolo di “medico omeopata”, frequentando un corso di formazione di almeno 300 ore.

Tutto questo succede mentre in Italia, il medico e divulgatore Roberto Burioni scrive un libro contro le pratiche omeopatiche (Omeopatia: Bugie, Leggende e Verità), scagliandosi con forza contro coloro che lucrano su questa pratica che non ha alcun fondamento scientifico.

Dove tutto ebbe origine

Universalmente conosciuto come “il padre dell’Omeopatia”, Samuel Hahnemann nasce a Meissen (Sassonia), nel 1755. E’ un giovane brillante che parla fluentemente 7 lingue (inglese, francese, italiano, greco, latino, arabo e caldeo). Frequenta la facoltà di Medicina a Vienna ma conclude gli Studi all’Università di Erlangen (in Baviera) dove, a 24 anni, si laurea con il massimo dei voti e la lode. Muore a Parigi nel Parigi nel 1843.

Questo medico, introdusse il concetto di “omeopatia” ovvero di curare una malattia con gli stessi elementi che la causavano, “similia similibus curentur, ma somministrati a concentrazioni bassissime. Soluzioni tanto diluite che, secondo la scienza moderna, non è possibile individuarne tracce, anche infinitesimali.

Quindi, è assolutamente poco credibile che un rimedio omeopatico possa espletare una qualsiasi azione farmacologica. Eppure, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’Omeopatia è il secondo approccio medico seguito al mondo, dopo quello tradizionale, che nel 1842, lo stesso Hahnemann aveva definito come approccio "allopatico".

Secondo i dati dell’OMS, nel mondo oltre 600 milioni di persone, in oltre 80 Paesi, si curano con rimedi omeopatici seguiti da 500 mila medici omeopati. In Europa i pazienti che seguono l’omeopatia sono più di 100 milioni (dati OMS), seguiti da 50mila medici omeopati. Molti Paesi europei, tra cui Francia, Germania e Svizzera (dal 2017), all’interno della copertura dei Sistema sanitari nazionali, avevano previsto la rimborsabilità dei rimedi omeopatici.

Ma negli anni è andato crescendo lo scetticismo di tutti coloro che fondano le loro basi scientifiche su elementi dimostrabili, secondo i criteri della scienza moderna. Così giornalisti, commentatori e chiunque palesava dubbi su questo approccio “dell’acqua fresca”, ha rischiato la denuncia da parte di chi invece i farmaci omeopatici li produceva e li prescriveva. E in molti sono stati costretti a difendersi nei tribunali. Con sentenze normalmente a loro favorevoli.