Si continua a parlare di Coronavirus. Il tema resta sulla cresta dell'onda mediatica ed è oggetto principale dei talk show di approfondimento e, a volte, si rischia di trarre conclusioni errate sulle sfumature medico-scientifiche dell'argomento. Non resta perciò che affidarsi a pareri autorevoli come quello di Ilaria Capua. La virologa italiana, che da tempo lavora negli Stati Uniti, ha rilasciato un'intervista a La Stampa in cui prova a delineare il quadro dell'emergenza virale. Le sue sono state parole che hanno benedetto quelle che, da qui in avanti, potrebbero diventare le misure restrittive per contenere la propagazione del virus.
La dottoressa ha spiegato inoltre come le persone contagiate potrebbero essere molto più di quelle rilevate attraverso i tamponi.
Sul coronavirus necessario buonsenso
La virologa Ilaria Capua ha sottolineato come la priorità debba essere quella di 'mitigare' il più possibile il contagio, perché non tutte le Regioni italiane potrebbero avere una risposta efficace come ha dimostrato il sistema sanitario lombardo. Capua ha invitato inoltre a lasciar perdere le polemiche sulle possibili misure che saranno adottate da qui in avanti. A suo avviso si tratterebbe di provvedimenti che non fermerebbero l'epidemia, ma consentirebbero di limitare i contagi. L'invito insomma è quello di usare il buonsenso in una fase così delicata, lasciando perdere l'idea di sentirsi un popolo in quarantena.
Coronavirus: difficile capire quanti siano gli immunizzati
Tra le domande più ricorrenti che si fanno ai virologi ci sono quelle riguardo il numero effettivo di contagiati. Ilaria Capua risponde con molta onestà, aprendo anche prospettive differenti da quelle che raccontano i numeri ufficiali: "Non lo sappiamo: i contagiati sono molti di più dei circa 2 mila dichiarati.
Forse anche oltre 100 volte tanto". L'incertezza nei numeri deriverebbe dal fatto che il test adottato in questa fase è basato sull'individuazione del virus e non gli anticorpi. "Di conseguenza - ha evidenziato - non sappiamo quanti siano gli infetti, contando sia i sintomatici sia gli asintomatici". Quello che ne deriva è che non è al momento possibile rintracciare chi potrebbe avere contratto il virus senza ammalarsi (o ammalandosi in forma molto leggera) ed essersi quindi immunizzato.
La virologa definisce questi soggetti "semafori rossi" poiché fungono da ulteriore blocco alla propagazione del virus. "Sapere quanti sono - ha concluso Ilaria Capua - ci permetterebbe di capire a che punto siamo con la curva epidemica".