La Jolla, University of California San Diego Health, i ricercatori hanno selezionato 262 soggetti su un campione di 1.480 pazienti, per sottoporli a dei test per valutare le alterazioni dell’olfatto e del gusto associati alla positività a Sars-CoV-2. Questa indagine ha una notevole rilevanza visto che sempre più frequentemente al classico tampone vengono associati test del gusto per lo screening delle persone positive al coronavirus. I risultati, pubblicati sulla rivista International Forum of Allergy & Rhinology, confermano queste alterazioni anche se, va segnalato, le risposte non sono coerenti al 100%.

Risultati analoghi da uno studio appena pubblicato da ricercatori spagnoli, su Eur. Journal of Neurology.

In 7/10 casi perdita di olfatto e gusto

Dal 3 al 29 marzo, i ricercatori della University of California San Diego Health, a La Jolla, hanno selezionato una popolazione di 1.480 soggetti con sintomi simil-influenzali. Tra questi, hanno effettivamente sottoposto ai test dell’olfatto e del gusto 262 soggetti: 59 su 102 (58%) dei soggetti positivi al Covid-19, e 203 su 1378 (15%) dei soggetti negativi al Covid-19.

Le analisi hanno rilevato che tra i soggetti positivi, il 68% aveva perso l’olfatto e il 71% il gusto. Mentre, nei pazienti negativi al Covid, solo il 16% avevano perso l’olfatto e il 17% il gusto, dovuto, ovviamente, ai sintomi simil-influenzali.

Questi risultati, sebbene da una parte confermano quello che si sapeva su una delle conseguenze del Covid-19, dall’altra segnalano che questo non è sempre vero e che c’è circa un 30% dei soggetti positivi al Coronavirus non perde olfatto e gusto. Ma anche una minima percentuale che perde olfatto e gusto pur non essendo positivo al Covid-19.

Una volta risolta la condizione clinica, la perdita di olfatto e gusto è stata recuperata nel 74% dei soggetti. Un altro dato emerso da questa indagine è che il mal di gola non è mai associato al Covid-19. Questi risultati sono stati pubblicati sulla rivista International Forum of Allergy & Rhinology, primo nome Carol H. Yan.

Conferme anche dalla Spagna

Proprio in questi giorni sullo stesso tema è stato pubblicato un altro lavoro, sulla rivista Eur. Journal of Neurology, primo nome A. Beltrán-Corbellini. In questo studio condotto da ricercatori di Madrid, in Spagna, sono stati valutati 79 casi positivi e 40 casi negativi, come gruppo di controllo. Tutti pazienti ospedalizzati per sindrome influenzale o da coronavirus.

Anche in questo studio, la positività al Covid-19 aumentava la probabilità della perdita di olfatto e gusto rispetto al gruppo di controllo che aveva altri sintomi influenzali ma negativo al coronavirus. Un altro dato è che la popolazione che perdeva olfatto e gusto a causa del coronavirus, era normalmente più giovane rispetto alla minima percentuale che li perdeva anche se negativa.

Complessivamente, tra i soggetti positivi che avevano un’alterazione sensoriale, il 45,2% aveva perso l’olfatto (anosmia) e il 90,3% il gusto (ageusia). Solo una minima percentuale (12,9%) aveva anche una concomitante ostruzione nasale. Mediamente le alterazioni dell'olfatto e del gusto permangono poco più di una settimana. Il 40% dei soggetti ha dichiarato un recupero totale dopo 7 giorni.

Riassumendo, possiamo affermare che la positività al Covid-19 effettivamente è una condizione che può alterare o far perdere alcuni sensi, in particolare quello del gusto e dell'olfatto. Ma questo, come abbiamo visto, non è una evidenza certa nel 100% dei casi. E, in ogni caso, questa alterazioni, in una percentuale piuttosto elevata di soggetti, si risolve entro una settimana. Mentre la condizione di "contagiosità" può permanere per un periodo più lungo.