Dopo la sconfitta con la Sampdoria in casa per 1-2 in undici contro dieci, ed il pareggio esterno con il Parma, la Juve sembrava essere tornata la macchina solida e brillante del mese di dicembre contro l'Udinese, una partita quella contro i friulani a senso unico e che, a differenza di quella con la Lazio dello scorso anno (quando nonostante la grande mole di gioco è finita 0-0), si è tradotta in uno schiacciante quattro a zero.

Invece sabato sera, ancora Juventus Stadium, ancora grande intensità di gioco, anche se molto confuso, eppure, dopo il goal di Quagliarella, il Genoa non molla ed alla prima occasione pareggia con Borriello.

La Juventus di questo mese di gennaio è una squadra a corrente alternata, vale a dire una squadra discontinua, che alterna prove convinventi ( come con la Lazio in coppa Italia ) ad altre dopo le quali è del tutto naturale parlare di crisi, sia di gioco che d'identità.

Non possiamo ricorrere agli alibi della traversa di Giovinco e soprattutto al fallo di mano solare di Granqvist: il rigore c'era, e se fosse stato concesso forse avremmo scritto ancora di una Juve che domina il campionato, ma avremmo sbagliato. Il tecnico Ballardini, che da una settimana siede sulla panchina del Genoa, per quanto sia un grande tecnico, non può aver fatto i miracoli. Il Genoa si trova in zona retrocessione, ha subito tantissime reti quest'anno, e solo una settimana fa era stato schiacciato per 2-0 in casa dal Catania.

La Juve del 2013 non è quella che conoscevamo prima della sosta natalizia: è ancora prima in campionato, senza dubbio, ma non si può dire che abbia approfittato della caduta della Lazio in casa contro il Chievo, e intanto oggi il Napoli andrà a giocare a Parma, e in caso di vittoria esterna potrebbe portarsi a solo meno tre punti dalla capolista.