Sabatosera, allo stadio Olimpico di Torino, abbiamo assistito all'ennesima prova di forza e mentalità degli uominidella Juventus di Antonio Conte.

Dovremmoesserci abituati, penserà qualcuno, invece questa volta come non mai i ragazzihanno messo in evidenza che finalmente il calcio caratterizzato dai milioni edalle grandi squadre forse non è più lo stesso: sono tornati di moda il cuore ela grinta, l'attaccamento alla propria maglia e ai propri tifosi.

Dopouna sconfitta bruciante contro la Sampdoria, perfino in 11 contro 10, e unmisero pareggio contro il Parma, la Juve aggressiva ed intraprendente è tornatagiocando ad una porta sola contro l'Udinese: nota ancora più rilevante, non giocavané Pirlo, sostituito da Pogba con lasua meravigliosa doppietta, né Marchisio,un giocatore che di goal ne ha sempre segnati ed è sicuramente uno dei gioielliinsostituibili della squadra di Conte.

Infine, ciliegina sulla torta, a segnoanche i due attaccanti, Mirko Vucinice Alessandro Matri, tanto per farcapire che in fondo in questa meravigliosa creatura calcistica del nostrotempo, attaccanti dagli stipendi d'oro non servono poi così tanto.

Ad oggila Juve non è solo prima in campionato, ma è anche in semifinale di Coppa Italiae soprattutto si è qualificata come la prima classificata nel proprio girone della ChampionsLeague. Chi diceva che il calcio italiano era finito forse dovrà ricredersi;forse saranno finiti i soldi, ma quelli, così come non fanno la felicità, nonfanno più neanche notizia.