Per la quarta volta nella sua storia la Juventus sarà chiamata a ribaltare un passivo di zero a due subito nella gara di andata della storica competizione per club; gli unici tre precedenti in Coppa Campioni l’hanno sempre vista sfiorare la rimonta ma mai concretizzarla.



Il primo precedente risale al 1973 quando i vice campioni d’Europa in carica (solo pochi mesi prima la Juventus aveva infatti disputato la finale perdendo 1-0 contro l’Ajax) vennero eliminati dalla Dinamo Dresda al primo turno. Chiamati a ribaltare lo 0-2 subito in terra tedesca i bianconeri chiusero il primo tempo in vantaggio 3-1, salvo poi subire nella ripresa la rete del 2-3.





Due anni più tardi fu il Borussia di Moenchengladbach ad imporsi fra le mura amiche col punteggio di 2-0 e a strappare nel ritorno di Torino la qualificazione; i due gol di vantaggio coi quali la Juventus andò al riposo illusero i tifosi, gelati da una ripresa che vide la squadra tedesca rimontare sino al 2-2.



L’ultimo precedente è storia dei giorni nostri (2006), con l’Arsenal che dopo aver vinto la gara d’andata 2-0 eliminò i bianconeri strappando uno a 0-0 nel return match di Torino. Di certo la storia non è dalla parte di Conte e dei suoi ragazzi, che però hanno a disposizione la possibilità di riscriverla.



Anche i vertici societari hanno nel frattempo chiamato a raccolta l’intera tifoseria lanciando sia su Facebook che su Twitter l’hashtag #IoCiCredo e richiamando le parole dell’indimenticato Omar Sivori: “Qui bisogna lottare sempre e quando sembra che tutto sia perduto crederci ancora, la Juve non si arrende mai”.





Realisticamente l’impresa appare difficilissima se non impossibile (basti pensare che se il Bayern di Monaco segnasse anche solo un gol alla Juventus ne servirebbero 4 per passare il turno) ma il calcio si sa, è tutt’altro che una scienza esatta.