Notissimo in tutto il mondo col nome d’arteGarrincha (una specie di uccello), datogli dalla sorella, Manoel Francisco DosSantos, questo il suo nome completo, di padre indios e madre mulatta, è statouna delle ali destre più forti di tutti i tempi. Scomparso a soli 50 anni, eranato nel 1933 aPau Grande. Sfondò nel Botafogo, ma è soprattutto con la prestigiosa maglia delBrasile (all’epoca non era facile come oggi vedere immagini di partite delcampionato brasiliano in Europa) che divenne famoso ovunque, facendosi apprezzare nonsolo per un dribbling da vero giocoliere, ma anche per una irresistibile finta,sempre la stessa, con la quale era solito disporre a piacimento del malcapitatoterzino di turno.

Un calciatore unico e molto amato

Tra Garrincha e tifosi verdeoro fu amore a prima vista,al punto che fu ribattezzato “Gioia del popolo”. Scorrendo le immagini dell’epocaoggi disponibili in Rete è facile capire perché. Garrincha prese parte a treedizioni della Coppa del mondo, vincendo le prime due da protagonista eprecisamente nel 1958 inSvezia e nel 1962 inCile. Il grande talento di Garrincha, giocatore dotato di una fantasia calcisticaper certi versi inspiegabile, con movimenti e cambi di passo ancora oggistudiati dai tecnici, sopperiva ad una serie di particolarità relative alla suacostituzione fisica. Aveva infatti un lieve strabismo, una deformazione della spinadorsale, il bacino non bilanciato, un ginocchio sofferente di valgismo e l’altrodi varismo, ma bisogna premettere che la sua infanzia fu assai difficile,vissuta in uno stato quasi selvaggio.

Last but not least, aveva anche una gambapiù corta dell’altra di ben sei centimetri, probabilmente a causa della poliomieliteche lo colpì da piccolo. Alcuni medici gli sconsigliarono di praticare sport:lo dichiararono un invalido. Oggi questa diagnosi lascia interdetti.

Il triste epilogo di un grande campione con troppe debolezze

La seconda parte della sua vita fu purtroppo moltotriste.

Vittima del suo principale vizio (l’alcol), ma anche di un’attrazionefatale per le belle donne (ebbe otto figli solo dalla prima moglie), precipitatoin un’indigenza per certi versi sorprendente, anche causata dalla scarsaistruzione ricevuta in gioventù, il nostro morì di cirrosi epatica. Stessa sorte eratoccata a suo padre. Forse la sua incredibile storia avrebbe meritato un finale diverso.