Il 25 agosto 2014 il ciclismo dava l’addio ad uno dei suoi maestri, Alfredo Martini. Corridore, Direttore sportivo, Commissario tecnico della nazionale, ma soprattutto un grande uomo, esempio di umiltà e saggezza, faro per tutto il movimento del Ciclismo e non solo.
Il vecchio saggio Martini
La bellezza di Alfredo Martini è che parlando di ciclismo spiegava la vita. Un maestro di sport, di ciclismo, ma soprattutto di vita. Scolpiva le parole con l’energia e la poesia di chi sa meglio di ogni altro che il ciclismo è una scuola dove imparare ad affrontare la vita.
Era un piacere ascoltarlo mentre parlava di corse, dei campioni antichi, dei suoi corridori azzurri, dei valori del ciclismo e di tutto il bello della bicicletta con cui pedalare nella vita di tutti i giorni.
Era un piacere per tutti, non solo per gli addetti ai lavori, sapeva ammaliare il popolo del ciclismo come gli alunni delle elementari. Ci ha fatto conoscere ed amare un mondo pieno di umanità, testimone di un’epoca di campioni straordinari, Coppi e Bartali certamente, di uomini straordinari come sono stati anche Fiorenzo Magni e Luciano Pezzi tra i tanti. Oggi che il mondo cambia sempre più velocemente, che non ha mai spazio e tempo per guardarsi davvero dentro e guardare davvero intorno, che condividere vuol dire mettere una foto sui social network e non scambiarsi una borraccia sul Galibier, è ancora più prezioso il ricordo degli insegnamenti di Alfredo Martini.
Martini da corridore a Ct
Alfredo Martini, nato nel 1921 a Firenze, è stato dapprima un ottimo corridore. Nel suo palmares figurano una tappa del Giro d’Italia, il terzo posto nella classifica finale sempre al Giro, e classiche come il Giro dell’Appennino e il Giro del Piemonte. Ma è sull’ammiraglia che Martini ha costruito la sua leggenda.
Ha guidato lo svedese Petterson alla conquista del Giro d’Italia nel ’71, prima di diventare Commissario Tecnico della nazionale, con cui ha vinto la bellezza di sei titoli Mondiali. Ma oltre che per i risultati Martini è stato apprezzato da tutti soprattutto per la sua carica umana.