Il coraggio di attaccare, l’importanza della squadra, l’umiltà e la voglia di migliorarsi. E’ nata così la vittoria alla Vuelta Espana 2015 di Fabio Aru. Il campione della Astana, al primo successo in un grande giro a tappe, ha raccontato le sue emozioni nell’abituale conferenza stampa del dopo corsa, in cui ha messo l’accento sull’importanza dei suoi compagni di squadra: “Un fattore chiave per l’attacco decisivo”.

Il momento dell’attacco

Aru ha spiegato che l’azione nata a 60 km dall’arrivo era stata preparata a tavolino: “La tappa era la più dura di quest’ultima settimana e la penultima salita era la più difficile, era quello il terreno giusto per provarci” ha raccontato Aru.

Ma a fare la differenza è stato soprattutto quello che era già successo prima, i due compagni di squadra inseriti nella fuga partita nelle fasi iniziali: “Abbiamo scollinato con pochi secondi ma abbiamo deciso di continuare a tutta. Poi sono arrivati Sanchez e Zeits che erano nella fuga, è stato un fattore chiave. Non era facile entrare in quella fuga perché la corsa è partita a tutta velocità”.

La squadra e Tiralongo

Anche se in alcuni momenti la Astana ha corso in maniera discutibile in questa Vuelta ed anche nel resto della stagione, Fabio Aru ha trovato nel momento più importante una spinta decisiva dalla sua squadra. Ma quello che non è mai mancato al giovane sardo è stata la vicinanza di alcuni corridori d’esperienza: “Vanotti è partito per la penultima tappa nonostante facesse fatica a camminare.

In mattinata ho sentito Tiralongo, mi ha motivato ad attaccare. Lui è un grande amico, mi ha insegnato a tenere un profilo basso e tenere i piedi per terra nonostante i grandi risultati”.

Dumoulin e Contador

Aru ha reso onore al suo avversario, Tom Dumoulin, che alla fine è crollato al sesto posto nella classifica finale. “E’ un grande corridore, va molto forte sia a cronometro che in salita, ha dimostrato che nei prossimi anni correrà per vincere le corse a tappe”.Ma Aru ha riservato un pensiero anche per Alberto Contador, l’unico dei grandi che non ha preso parte a questa Vuelta Espana: “Non è un segreto che Contador è il mio idolo, lui ha vinto spesso attaccando da lontano e la mia motivazione era la stessa”.