Dopo un processo durato quasi sette anni, l’inchiesta di Mantova si avvia verso una mezza bolla di sapone. Le accuse di un doping di squadra organizzato all’interno della Lampre sono infatti cadute per mancanza di prove. Restano solo le accuse individuali ad alcuni corridori, tra cui Alessandro Ballan, per il farmacista Nigrelli e il preparatore Gelati, le figure chiave di questa annosa vicenda.

Dopo sette anni niente doping

Non ci sono prove. Così il PM di Mantova, Antonino Condorelli, ha di fatto chiuso il sipario sulla parte più calda del processo che vedeva la Lampre e i suoi dirigenti accusati di doping di squadra, in un giro di prodotti illeciti che ruotava attorno alla figura del farmacista Nigrelli.

Per il manager del Team, Beppe Saronni, gli ex Ds Maurizio Piovani e Fabrizio Bontempi, la maggior parte dei corridori (tra cui DamianoCunego), è così scattata la richiesta di assoluzione. Nel corso del processo non è emersa nessuna prova che in seno alla Lampre sia stato organizzato un sistema di doping di squadra, come era ipotizzato dall’accusa. La squadra esce dunque pulita da questa lunga odissea giudiziaria, iniziata nel 2008, che ha visto cadere nel nulla le accuse. Emblematica è stata la perizia sulle fialette sequestrate a Nigrelli: secondo l’accusa contenevano testosterone, ma la perizia ha verificato che era solamente acqua.Altri farmaci sequestrati si sono rivelati normali prodotti da banco non vietati dall'antidoping.

Le accuse individuali

Sono rimaste in piedi però le accuse individuali ad alcuni corridori, a Nigrelli e al preparatore Gelati. Il nome grosso tra gli atleti è quello di Alessandro Ballan, che ha già scontato una squalifica scaduta ad agosto per essersi sottoposto a delle sedute di ozonoterapia. Per Ballan è stata richiesta una condanna a due anni di reclusione e 40.000 euro di multa.

La pena detentiva è stata sospesa, ma l’esito del processo, che chiuderà il primo grado a metà dicembre, potrebbe in ogni caso avere un peso sul futuro di Ballan e sulla sua ricerca di una squadra per tornare a correre. Sono state richieste pene di 1 anno e 8 mesi per Bandiera, Bruseghin, Caucchioli, Gavazzi, Manuele e Massimiliano Mori, Ponzi e Bossoni. Per Nigrelli la richiesta è stata di 4 anni e 6 mesi, per Gelati 2 anni e 6 mesi.