Il clamore suscitato dall’intervista rilasciata da Luca Paolini alla Gazzetta dello Sport di domenica scorsa, e il successivo intervento del dottor Besnati sull'uso di sonniferi tra i corridori, ha lasciato qualche distorsione. Parte dell’informazione straniera ha parlato di un Paolini dipendente dalla cocaina, affermazione mai resa dal corridore e che non corrisponde alla realtà. Paolini è invece dovuto ricorrere ad un centro specializzato per la disintossicazione da un sonnifero.

Paolini, la dipendenza dal sonnifero

Luca Paolini è stato sospeso lo scorso luglio dopo essere risultato positivo alla cocaina in un controllo antidoping effettuato al Tour de France.

Dopo lunghi mesi di silenzio il corridore è tornato a parlare domenica scorsa dalle pagine della Gazzetta, in un’intervista – confessione di cui molto si è discusso nel mondo del ciclismo. Paolini ha rivelato di essere dipendente da un sonnifero e di aver consumato la cocaina durante un ritiro dello scorso giugno, in un momento in cui i farmaci avevano fatto abbassare il suo livello di lucidità. Paolini ha superato la dipendenza dal sonnifero grazie ad un centro specializzato. Il suo racconto ha portato ad un equivoco, soprattutto su parte della stampa estera, che ha parlato di un Paolini che si è disintossicato dalla dipendenza dalla cocaina.

L’agenzia di management del corridore è intervenuta rilasciando una nota al riguardo, ribadendo che Paolini non è mai stato dipendente dalla cocaina e non ha mai subito nessun trattamento per questa presunta dipendenza.

Il solo trattamento a cui si è sottoposto è stato per curare la dipendenza da benzodiazepine, contenuto nei sonniferi, un trattamento che non ha nulla a che vedere con quanto riportato da parte della stampa. Anzi, rincarando la dose, il corridore ha annunciato che proteggerà la sua immagine incaricando i suoi avvocati di procedere nel modo più opportuno contro chi ha travisato l’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, forse solo per un banale errore di traduzione.