Una fatalità. Così è stato descritto l’incidente che ha portato alla morte del giovane belga Antoine Demoitiè durante la Gand Wevelgem. Il corridore della Wanty era caduto finendo poi per essere travolto da una moto. Ma alla prima corsa dopo quel tragico incidente, la Tre Giorni di La Panne, le cose non sono andate lisce, e non certo per fatalità, dimostrando che sul tema della sicurezza c’è molto da lavorare nel mondo del Ciclismo.

Sorpassi da brividi a La Panne

Forse qualcuno si aspettava che sull’onda emotiva della tragedia di cui è rimasto vittima Demoitiè le cose potessero cominciare a cambiare.

Nella prima tappa della Tre Giorni di La Panneinvece auto e moto del seguito hanno imperversato sorpassando i corridori con manovre da brividi che solo per un soffio non hanno portato a nuovi e gravi incidenti. L’episodio più grave è avvenuto quando una macchina ha forzato il sorpasso sul gruppo dei fuggitivi a 45 km dall’arrivo, in un punto in cui lo spazio per effettuare la manovra era davvero al limite. Il giovane danese Mads Pedersen è stato sfiorato e sbilanciato, ma per fortuna è rimasto in piedi. L’episodio ha fatto chiaramente inviperire gli altri corridori, che hanno protestato platealmente contro l’auto.

Ma non è finita qui: a 3 km dall’arrivo una moto ha sorpassato e sfiorato i tre fuggitivi sfruttando uno stretto varco sulla sinistra mentre dall’altra parte della strada avrebbe avuto metri e metri di spazio per una manovra in tutta sicurezza.

Anche all’ultimo chilometro, con Kristoff, Westra e Lutsenko a studiarsi in vista dello sprint, una macchina ha sorpassato in maniera un po’ disinvolta.

I corridori chiedonosicurezza

Quanto successo alla Tre Giorni di La Panne dimostra che non è solo la fatalità a determinare gli incidenti in corsa.

Lo sanno bene i corridori, che stanno chiedendo di intervenire sul numero o sulle regole che riguardano le moto al seguito delle corse. Basti dire che alla Gand Wevelgem, la corsa in cui si è verificato l’incidente mortale di Demoitiè, le moto erano ben 62, un numero che potrebbe essere ridimensionato per ridurre i rischi. E non è un caso che il maggior numero di incidenti causati da auto e moto si siano verificati in corse World Tour, dove la concentrazione di mezzi al seguito è maggiore. “E’ necessario un controllo delle moto in corsa” ha twittato Alberto Contador. “C’è sempre meno rispetto per i corridori da parte dei mezzi in corsa, non solo le moto” ribadisce Francisco Ventoso.