Doveva essere una tappa tranquilla, la Praia a Mare-Benevento di mercoledì 11 maggio, invece il Giro d'Italia 2016 ha scritto anche lì una delle pagine più controverse della sua storia proprio sulle strade della Campania. E' successo tutto nel finale: all'ultimo chilometro, Taaramae (Katusha) scivola e si crea un buco che spezza in due il gruppo, determinando anche le sorti della volata - che infatti si gioca tra pochi.

Davanti c'è Alejandro Valverde, che taglia il traguardo con lo stesso tempo del vincitore André Greipel; dietro restano attardati due pesci grossi come Landa e Vincenzo Nibali.

Il messinese arriva al bus della squadra imbufalito con quei colleghi che "limano in ogni momento, ma non è possibile: così si rischiano 10mila cadute ogni giorno" (come racconta La Gazzetta dello Sport in edicola oggi), e solo dopo la doccia scopre che oltre alla beffa c'è il danno di aver perso 4" in classifica generale

Neutralizzazione ai -3 km in caso di volata

Il regolamento del Ciclismo è sempre interpretabile, e anche sulle neutralizzazioni si potrebbe scrivere un libro: è previsto infatti che, in caso di cadute negli ultimi 3 km delle tappe che si concludono in volata, i ritardi non vengano conteggiati. La decisione resta comunque in capo al presidente di Giuria, che ieri ha scelto invece di considerarli nello stilare la classifica di tappa e quindi anche quella generale.

E' così che Nibali e Landa, rimasti attardati dal buco che si è creato dopo la scivolata di Taaramae, hanno perso 4" nonostante la caduta si sia verificata ben dentro la zona "franca" dove c'è la neutralizzazione.

Rabbia da sfogare a Roccaraso-Aremogna?

Prevedibile la rabbia di Nibali e del suo clan, ancora scottati dall'esperienza della tappa regina annullata alla Tirreno-Adriatico; oggi però c'è un'opportunità: trasformare questa rabbia in determinazione per rimettere le cose a posto sul primo arrivo in salita di questo Giro d'Italia 2016.

Si arriva infatti a Roccaraso (Aremogna), al termine di una tappa corta e caratterizzata da parecchiasalita, anche se pedalabile. Lo stesso Nibali, guardando alla tappa, fatica a immaginare un pronostico, perché "può succedere di tutto ma anche niente".

Un modo come un altro per dire che sicuramente lo "Squalo" ha la fame giusta per approfittare delle occasioni che si dovessero venire a creare. Insomma: oggi abbiamo un motivo in più per seguire il Giro.