Chi si aspettava Greg Van Avermaet campione olimpico a Rio? Probabilmente nessuno, e non perché si stia parlando di un corridore di scarso livello, anzi. Il percorso brasiliano sembrava però del tutto inadatto ad un campione da pavè come il fiammingo, viste la lunga salita di Vista Chinesa da ripetere per ben tre volte. Una giornata di grazia, una gestione perfetta della corsa e un pizzico di fortuna hanno portato Van Avermaet a giocarsi il titolo, un’occasione che non si è lasciato sfuggire.

Van Avermaet: una gestione perfetta

Greg Van Avermaet ha colto ogni occasione per poter riuscire a rimanere a galla sui tre passaggi dalla salita di Vista Chinesa, il punto più critico per lui, e ripresentarsi all’attacco nel finale.

La nazionale belga è rimasta aggrappata a lui, con Wellens e Gilbert staccatisi ben presto. È stata una corsa da isolato peril fiammingo,che ha colto l’attacco di Damiano Caruso per avvantaggiarsi prima degli affondi dei corridori più forti in salita.

Van Avermaet è così riuscito a presentarsi all’ultima scalata in ottima posizione, nel gruppetto di Nibali e Aru. Con grande determinazione, ma anche una condizione invidiabile, ha perso poco in salita, rimanendo a contatto con il gruppetto degli inseguitori, dove sono rientrati i vari Rodriguez e Alaphilippe. Van Avermaet si è poi scatenato nel finale, su un terreno a lui più congeniale. È uscito dal gruppetto insieme a Fuglsang e ormai in vista dell’ultimo km ha raggiunto l’esausto Majka, rimasto solo dopo le cadute di Nibali e Henao.

In volata non c’è stata storia, troppo forteil campione del Belgioper il danese e il polacco che non hanno potuto opporre resistenza.

La gioia di Van Avermaet e la sorpresa di Gilbert

Lo stesso Greg Van Avermaet ha ammesso subito dopo il trionfo che questa non sembrava la sua corsa: “Non era un percorso ideale per me” ha raccontato il campione belga “Era molto difficile, non ero il favorito ma ho trovato una giornata super”.

Van Avermaet ritiene che non sia stata la sfortuna di altri corridori a decidere la corsa in suo favore: “Molti sono caduti in discesa, ma perché si sono presi troppi rischi. Io ho pensato a scendere in sicurezza e a rimanere concentrato. Sapevo di poter contare sullo sprint. Il finale era perfetto per me, abbiamo ripreso Majka e li ho battuti allo sprint, è stato un momento incredibile”.

Deve essere stato incredibile anche per il suo connazionale Philippe Gilbert, compagno anche di club ma soprattutto acerrimo rivale. Gilbert non ha combinato granchè, è rimasto presto staccato ed ha raggiunto l’arrivo al 42° posto a quasi un quarto d’ora dai primi. E tagliando il traguardo non ha nascosto tutta la sua sorpresa quando ha scoperto la vittoria del compagno.